di Fabrizio Pugliese

Esiste una realtà presso il reparto di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale di Lecce che permette ai piccoli pazienti, durante il loro difficile percorso terapeutico, di continuare a studiare. Si chiama “Scuola in Ospedale”: l’idea viene da iniziative di carattere volontario nel nord-Italia; successivamente il Ministero, negli anni Ottanta, fece proprie queste esperienze, istituendo la Scuola Statale in Ospedale. In particolare, qui a Lecce, grazie all’interessamento dell’associazione “Per un sorriso in più”, la scuola in ospedale è nata nel 2012 ed ora è un progetto sostenuto dal MIUR e gestito dalla scuola “A. Diaz” di Lecce.
Oggi una nuova iniziativa, promossa dall’Associazione URA Teatro e sostenuta con grande sensibilità dalla scuola “Cesare Battisti” di Lecce, per parlare ai bambini del senso profondo della solidarietà, quella che attinge la propria forza dalla semplicità e dalla verità del gesto stesso.
La mattina del 25 febbraio un attore di URA Teatro presenterà uno spettacolo all’interno dell’istituto scolastico di Viale Felice Cavallotti; per l’occasione verrà donato ai piccoli pazienti del reparto di Oncologia Pediatrica, un “i.Pad” utile per poter fare lezione soprattutto durante la lunga degenza e nel corso di terapie in isolamento. Un gesto utile per affermare il diritto allo studio a all’istruzione come bene primario del bambino e dell’essere umano.
Sappiamo bene e lo ribadiamo con decisione: non è solo nel bene materiale che si esalta la forza della solidarietà, non è solo lo spettacolo il vero momento educativo, ma soprattutto lo è il trascorrere assieme una mattina a parlare e discutere di questi valori, perché crediamo che la solidarietà deve sviluppare nei ragazzi il senso di appartenenza attiva all’interno della società e della comunità.

In alcuni periodi nefasti della storia si usavano, anche nelle scuole, slogan del tipo “Se vuoi una mano, la troverai solo alla fine del tuo braccio” No! Noi dobbiamo insegnare ai nostri figli a detestare il qualunquismo e l’indifferenza , a capire, ad esempio, che lo studio non è secondario rispetto alla terapia medica, visto che è provato che rafforzare lo stato mentale del paziente aiuta magnificamente la terapia stessa e forse, la frase di Madre Teresa “Sei hai acceso anche solo una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non avrai vissuto invano” e quella di Gramsci “Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere” possono meglio rappresentare il senso di questa piccola, ma importante iniziativa.
Ringrazio il Primario Assunta Tornesello, tutto il personale medico e paramedico per la professionalità dimostrata, le Dirigenti scolastiche Rielli, Cariati e tutte le insegnanti per aver sostenuto questo progetto. Condivido infine con il responsabile della scuola in ospedale Fabio Manni che questo progetto serva da incipit per altri progetti tra le scuole del territorio e la scuola in ospedale.

Fabrizio Pugliese – Associazione URA Teatro