di Luigi Mangia –

L’autonomia differenziata divide l’Italia e va contro la sua storia. Molto spesso gli intellettuali del meridione e gli amministratori sono stati giudicati negativamente. È una letteratura questa profondamente sbagliata perché gli intellettuali del sud non si sono mai identificati negli eletti ma si sono sempre ispirati all’intelligenza: ed è stata l’intelligenza alla base della differenza. C’è molta letteratura che ha approfondito i danni e i pericoli dell’autonomia differenziata del paese Italia. Il meridione il paese delle chiese, dei campanili, delle piazze, dei sentieri, delle grandi strade e quello che è stato attraversato da San Pietro e San Paolo, da Enea e da Platone, dai grandi che con il loro pensiero hanno posto le basi dell’Europa. Nella storia del pensiero mediterraneo, non ci sono radici di divisione fra sud e nord, al contrario ci sono i grandi valori dell’Europa, di quella nuova che sta per nascere, basterebbe leggere il discorso di Roberta Metsola, la “nuova” presidente del parlamento europeo.

È stata la Lega secessionista di Umberto Bossi e del ministro Giulio Tremonti, quella che aveva disegnato un’Italia divisa: due velocità nello sviluppo, doppio corso della moneta, le gabbie salariali. Per nostra fortuna è stata sconfitta. L’autonomia differenziata di Salvini è costruita su quattro S : strade, sanità, scuola, sport che decriminano le differenze tra Italia del nord rispetto a quella del sud. Le quattro S indicate sono le grandi battaglie che dobbiamo fare coinvolgendo tutte le classi sociali creando un’Agorà delle idee, dei pensieri delle buone pratiche di comunicazione per raccogliere più di un milione di firme per il referendum per l’abrogazione della legge. Il meridione non ha bisogno di assistenza, al contrario ha bisogno di politica; di quella politica che realizza il senso e il significato della parola “Polis” che è “servizio e ascolto”.