Berrò
il rosso sangue
di centomila papaveri.
E il miele
dell’ape errante.
Non è fiele
la lontananza
che tu mi doni
ma ambrosia divina
in coppe fonde d’amore.
Berrò
il latte
dal seno fanciullo.
E il tempo.
L’ebbrezza
l’ebbrezza senza fine
vorrò
nei giorni miei
per risanare
l’antica piccola ferita.
Il viso
nello scuro
vedrò.
Il tuo bel viso,
stupefazione dell’ovvio
paesaggio ridente.
Celeste mare
da navigare.
                                   Marcello Buttazzo