La gestazione “reato universale”
di Marcello Buttazzo –
La gestazione per altri diventa “reato universale” anche in Senato, ma solo per il governo italiano. Non per altri Stati. Questo “alto” pronunciamento è stato fortemente voluto dalla premier Meloni e compagnia, per blandire gli agguerriti movimenti “Pro Vita”. La norma del “reato universale”, a detta di insigni giuristi, nella fattispecie è un colossale pasticcio, un assoluto obbrobrio giuridico. Chi farà ricorso al cosiddetto utero in affitto in un Paese in cui esso è legale e regolamentato, al rientro in Italia sarà duramente punito con sanzioni fino ad un milione di euro e con la reclusione da sei mesi a due anni. Il governo Meloni è esperto in pacchetti sicurezza e nell’inventare reati ex novo. Come ha fatto notare Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, il testo è fortemente controverso sotto il profilo giuridico, “perché ignora il principio della doppia incriminazione, che è alla base del diritto penale”. Anche l’Europa ha evidenziato che non è possibile considerare la gestazione per altri reato universale. E allora ci chiediamo: perché il governo Meloni s’imbarca in una battaglia già persa in partenza? Solo per propaganda, per gettare fumo negli occhi, per adulare i gruppi cattolici più integralistici e più intransigenti. Meloni e compagnia solo gli strenui difensori della famiglia tradizionale (però le famiglie tradizionali degli altri, non le loro), sono eticamente fossilizzati su visioni confessionali, sono legatissimi (a parole) al concetto antropologico e ontologico di vita. Tanto che alla Camera, martedì 15 ottobre, il presidente leghista Lorenzo Fontana ha celebrato lo scomparso Carlo Casini, ex presidente del Movimento per la Vita, con le seguenti parole di devozione: “Carlo Casini ha avuto la forza e il coraggio di portare avanti la sua battaglia in difesa della vita nascente”. Chissà se il prode Fontana ricorda ciò che sosteneva Carlo Casini a proposito della vita nascente! Il magistrato ipercattolico riteneva che lo zigote cioè l’embrione doveva essere già considerato all’atto anfimittico della fecondazione (cioè della fusione di cellula uovo e spermatozoo) un “piccolo fanciullo”, un individuo a tutti gli effetti, con una sua dignità antropologica e con uno status giuridico da rivendicare. Siamo alla follia pura.
Marcello Buttazzo
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