di Antonio Bruno Ferro –

“Da ultimo vorrei dire ai politici di sinistra che
stanno leggendo queste righe una considerazione molto semplice:
non si può avere lo stesso pensiero della destra sulla natura umana!
Perché se è così è ovvio che vinceranno sempre loro nella misura
in cui le politiche di destra sono coerenti con una visione dell’essere
umano naturalmente violento”.

Matteo Fago, Left 3 gennaio 2020

Gentilissimo dott. Matteo Fago, ho appena finito di leggere il suo articolo “La nascita della sinistra” pubblicato su LEFT del 3 gennaio 2020. Nel suo scritto lei, sostiene che le forze politiche a destra come a sinistra e, aggiungo io, al centro, in basso, in alto e a mezz’aria, descrivono l’essere umano come persona violenta per natura.
Siccome il popolo non esiste ma esiste il singolo, se partiamo dalla condizione che lo stesso sia violento per natura, non potremo che elaborare delle politiche per governare l’esistenza sociale di persone violente.
Queste politiche con al centro la persona violenta per natura, sono state e sono tuttora portate avanti da tutte le forze politiche, movimenti e associazioni e si distinguono tra loro per le diverse intensità di dominio che dicono di voler esercitare sull’individuo e, conseguentemente, sulla diversa intensità di sottomissione e ubbidienza che richiedono all’individuo stesso.
Le faccio notare che se come lei afferma e che io ho avuto modo di riscontrare nei miei studi e osservazioni, la “credenza” secondo la quale l’individuo sia violento per natura, è priva di qualunque fondamento, tutte le politiche di tutti i partiti e movimenti sono fondate sul potere esercitato come dominio per ottenere ubbidienza e sottomissione, escludendo la persona. Nelle loro politiche tutti i rappresentanti eletti, a qualunque partito o movimento appartengano, escludono la persona che non appartiene alla “loro parte politica” perché hanno come unica finalità la conquista del potere sostenuta dal manipolo di donne e uomini che sono nel loro recinto o perimetro appositamente costruito per questa finalità.
È ciò che accade in campo economico con il neoliberismo su cui si fonda la finanza e il capitalismo globale che esclude la persona e il suo benessere, avendo come unica finalità quella di ottenere il massimo profitto.
Ciò premesso mi permetto di fare un passaggio sulla nascita della politica scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica.
Non c’è alcun bisogno che nasca un partito, non ne sento la necessità, c’è però bisogno che nasca la politica per la persona umana che è per natura collaborativa come peraltro hanno confermato tutti gli autori che Lei ha citato nel suo articolo.
Ma se, come io auspico, è opportuna, se non necessaria e urgente, la nascita della politica per la persona umana, ciò non può avvenire solo per alcune persone, e meno che mai in termini di persona contro persona. Sarebbe una contraddizione con tutto ciò che ha scritto nel suo pezzo. Non è di alcuna utilità che si fondi un partito che abbia una politica per la persona umana che per natura collabora con tutti per conquistare il potere ed escludere il partito che ha una politica per la persona per natura violenta. Nel momento attuale si tratterebbe di un nuovo partito o movimento che, per conquistare il potere, dovrebbe escludere tutti i partiti e movimenti presenti oggi in Parlamento e anche fuori dal Parlamento.
Se lei chiede lo studio di una politica per la persona per natura buona per “vincere” i partiti che hanno politiche per la persona per natura violenta e conquistare il potere, di fatto sta proponendo nuovamente una “esclusione” identica a quella che si opera oggi.
Spero che persone come Lei contribuiscano a far desiderare l’abbandono della cultura della competizione, per fare emergere la cultura della collaborazione, che appunto prevede persone che conversano, al fine di ottenere un progetto comune, che i tecnici dello Stato e degli Enti di grado inferiore, realizzeranno per l’ottenimento del benessere nella nostra esistenza sociale.
Approfitto dell’occasione per salutarLa con la più viva cordialità
Antonio Bruno Ferro