di Giuseppe Fioschi –

Riparato
all’ombra d’uno specchio,
audace
palpavo convinzioni
sulle dita d’un monitor.

Così vicina
oltre il limite dell’improbabile,
vidi la possibilità di averti.

Fra luce e ombra
dolente nolente volente
forzavo e osavo sconvolgere
i miei sensi.

Senza freni,
sputavo oscure immaginazioni
pur di capire se fossimo simili.

Replicavi e contestavi
la mia complicanza,
sommessamente.

Imprudente scrivevo
nell’amaro dolce del peccato,
estranea dell’ammirazione
cedevi al disprezzo.

Inalberato dall’oblio,
oltraggiavo a ledere
te donna amica.

Reagivi,
“offendi solo”.

Vibravano dolci
le tue parole.
Soffrivo.
Il cuore lacerato
singhiozzava
lacrime di rimpianto e di fallimento.

Perso nel nulla,
incapace d’amare,
potevo ancora ritrovarla
nel silenzio d’una preghiera.

Giuseppe Fioschi