di Antonio Stanca –

È nato a Firenze nel 1951, ha sessantasette anni, ha insegnato Scienza della comunicazione presso l’Università di Genova, è stato autore di molti programmi radiofonici e televisivi, ha scritto su giornali importanti e riviste specializzate ed ha pubblicato molti libri di storia seguendo anche in questi l’inclinazione che lo ha sempre distinto, quella di far sapere, di far giungere ad un vasto pubblico, nei modi più semplici possibili, conoscenze che gli tornassero utili.

Si chiama Sergio Valzania e dal 2015 ha lasciato la maggior parte dei suoi impegni. Solo per RadioinBlu conduce i programmi Pastori e La Biblioteca di Gerusalemme.

Come storico Valzania ha ricostruito, nelle sue opere, la vita di noti personaggi o il corso di famosi avvenimenti del passato più lontano o più vicino. Ha mostrato di prediligere le biografie ma bene è riuscito pure quando ha trattato di eventi memorabili. Molto letta è risultata la sua storia perché esposta con un linguaggio che giunge a tutti, attira tutti dal momento che è chiaro e dice di quei tanti particolari, di quelle tante curiosità delle quali non si era mai saputo. Trasforma Valzania la storia in un racconto che coinvolge subito chi legge. Molto altro aggiunge a quanto si sapeva, più ricca ma anche più facilefa diventare la storia. E così pure in Sparta e Atene (Il racconto di una guerra), opera pubblicata la prima volta nel 2006 e nel 2017 ristampata sempre per conto della casa editrice Sellerio di Palermo.

Nel libro Valzania rappresenta la Grecia del V-IV secolo a.C., la Grecia del periodo classico, quella che diede vita alle maggiori opere di pensiero e di arte, che assistette ai maggiori rappresentanti della sua intellettualità, quella che fino ad oggi ha continuato a fare scuola e quasi sorprende quando l’autoremostra che tanta fioritura avveniva mentre si combatteva una guerra come quella del Peloponneso che sarebbe durata più di trent’anni e non si sarebbe limitata alle due città che l’avevano iniziata ma estesa a tante altre comunità della nazione greca nonché ad altri stati vicini. Molte furono le popolazioni coinvolte nella guerra tra Sparta e Atene, molti i luoghi di mare e di terra dove avvennero gli scontri tra flotte navali o eserciti. Una guerra totale ci fu nella Grecia di quei tempi, una guerra che ebbe vicende sempre alterne, che pur dopo la sconfitta di Atene non permise mai di distinguere con precisione tra vincitori e vinti, tra capi di flotte, di eserciti e di città, tra alleanze e tradimenti. Niente fu mai sicuro, tutto poteva sempre cambiare, tutto poteva continuare e così fu.

Una situazione tanto complessa, tanto confusa rendeva incerto, precario ogni risvolto fosse militare o politico, interno o esterno alle città interessate. Si verificavano circostanze sempre nuove, sempre impreviste, si perdevano di vista quelli che erano stati i motivi iniziali del conflitto,nessun risultato era mai definitivo.

Dei tempi della Grecia percorsi da un simile travaglio scrive Valzania nel libro e lo fa mostrando i particolari pur minimi di tanto movimento. Moltissimi erano stati e li ha recuperati tutti, ha accolto nella grande storia anche la piccola.

È stato sempre questo il suo modo di essere storico, quello che lo ha fatto conoscere a tantissimi lettori e che gli veniva dalla sua formazione di giornalista, di autore radiofonico e televisivo, dalla sua tendenza, cioè, a rivolgersi all’esterno, a pensare a chi lo sentiva, lo guardava, lo leggeva, a volergli riuscire vicino, a cercare lo scambio, la comunicazione.

 

Antonio Stanca