M’accora la vita,
la sua stagione infinita.
Il tamtam
del tempo che passa
mi squassa e mi consola.
Mi conforta il giorno,
il miraggio dei tuoi occhi
che vedo nel fondo del bicchiere.
Lo scacco temporaneo del pensiero
la paura apparente di esistere
e tutto ciò che resta
in questa mattinata di vento.
M’accora il sogno,
anche il patimento
d’un momento,
sapere che ci sei
nel tuo altrove lontano,
che scruti la memoria:
non c’è straniamento
che possa macchiare
il tuo volto di stella.
Nelle linee della tua mano
il futuro che verrà.
Il futuro piano
ardito e lento
d’una sorte incorrotta.
Il futuro chiaro
nello specchio della tua mano,
come un’alba sperata
di struggente primavera.


Marcello Buttazzo