di Marcello Buttazzo –

Nicola Vacca, scrittore, opinionista, critico letterario, ha da poco pubblicato il libro “Muse nascoste” (la rivolta poetica delle donne), per Galaad Edizioni. La poesia per Nicola Vacca è pane quotidiano, è il cereale di comunione con cui entra in contatto con l’altro da sé. La postura poetica è il suo stile d’elezione. La poesia può diventare un medium pacifico per scandagliare pazientemente e pienamente il reale, per penetrare con forte impatto e con visione fra le pieghe sensibili dell’indicibile, del conosciuto e dell’inconosciuto. Lo strumento più leggiadro e, al contempo, più intricato, per indagare con occhi chiari il mondo multiforme e multipolare dell’esistente.

In “Muse nascoste”, Vacca tratteggia con precisione certosina e con la lente del critico militante e accorato la vita, la voce (a volte chiara; altre volte soffocata) di ventiquattro poetesse. Sono ventiquattro ritratti nitidi e puntuali di donne che hanno amato, hanno prodotto, hanno traversato il loro tempo. Alcune di loro sono entrate di diritto nella storia della letteratura internazionale; altre, invece, sono rimaste misconosciute e ignote al vasto pubblico. Con il microscopio elettronico dello “scienziato” critico, e con l’animo palpitante e trepidante d’amore del poeta, Vacca si avvicina a queste muse con delicatezza, esamina i riverberi delle loro opere, mette a nudo la loro vita. Le loro vite nude, come la terra nuda. Il libro si legge d’un fiato. Scorci di esistenze, citazioni di opere, periodi storici precisi che campeggiano. Tutto scorre come un flumen soffiato dal vento caldo della poesia. Luigi Beneduci, nella prefazione, mette in risalto: “Una forza stilistica degna del miglior giornalismo culturale e della più robusta critica militante afferra e trascina il lettore senza concedere pause, di figura in figura, di esperienza in esperienza, con un discorso che procede serrato e avvincente, affondando nella materia pulsante della lirica femminile contemporanea”. Nicola Vacca offre la descrizione dei profili critici e delle esperienze poetiche più profonde del Novecento letterario, che è stato la fucina viva, il laboratorio più ricco di umanità, di storia, di grandi opere.

Ogni narrazione, ogni stanza poetica è l’occasione per il lettore di approfondire, di respirare le passioni e i carismi delle varie autrici. Ma non solo. In ogni ritratto, con la sapienza del rabdomante del pensiero, Vacca scava turbamenti, nervi scoperti, lacerate corde delle sue amate muse. Della sua vezzeggiata poesia. E così ci troviamo di fronte a Emily Dickinson, alla sua lirica pura immortalità, vissuta giorno dopo giorno; al cospetto di Nina Cassian, straordinaria poetessa romena poco nota in Italia, una voce singolare dal verso tagliente, fautrice di una poesia che sta tutta nella carne ferita del nostro tempo. Ci troviamo in compagnia di Jolanda Insana, deceduta nel 2016, scoperta da Giovanni Raboni, che si accorse della sua personalità inquieta. Non può mancare la “stanza” dedicata ad Amelia Rosselli, una delle voci più essenziali, più potenti, più disubbidienti della poesia contemporanea. Troviamo Antonia Pozzi, grandissima autrice, i cui versi sono vertigine e incanto. E Cristina Campo, personalità forte dai nervi fragili, sempre alla ricerca del sacro. E ancora Alejandra Pizarnik, donna vulnerabile, grande poetessa, morta suicida. Pertanto, “Muse nascoste” è come uno scorrimento rapido e dettagliato di tante figure (alcune conosciute, altre meno note). Ci sono i monumenti Marina Cvetaeva e Sylvia Plath. Ci sono autrici più defilate, se non dimenticate: Fernanda Romagnoli, Piera Oppezzo, Lalla Romano, Nadia Campana, Ada Negri. In “Muse nascoste”, Vacca dedica un profilo alla salentina Claudia Ruggeri, poetessa del sublime, creatrice d’una lingua colta e barocca, madre d’un Inferno minore, che è un capolavoro stilistico e un omaggio a Dante, morta suicida a 29 anni, dopo un folle volo.

A proposito di Claudia Ruggeri, Vacca scrive: “La sua poesia singolare resta un’esperienza unica e geniale e non va dimenticata. Una poesia complessa di cui abbiamo molto da imparare. Uno sguardo intrinseco sulle cose e sulla vita. Claudia Ruggeri, una voce alta, troppo alta, per il nostro tempo”. “Muse nascoste” è un bellissimo libro, un insieme di saggi folgoranti, che hanno la cifra stilistica poetica propria di Nicola e della sua inconfondibile scrittura. Un modo di narrare e di discernere non con l’ascia, non con la scure, ma con il rossosangue inchiostro intinto nell’anima e in una penna fine. Nicola sa essere implacabile, ma, aderendo ad un suo malcelato umanitarismo, sa donare, quando è opportuno, la giusta carezza, il meritato e agognato abbraccio. Prendo in prestito, ancora una volta, le parole di Luigi Beneduci, che, a un certo punto, nella prefazione scrive: “Sono gli stessi interventi saggistici ad avere, a loro volta, qualcosa di lirico; coltivano un furore civile ed etico che si esprime in sintagmi memorabili per forza espressiva”. Che poesia sia. Sempre.