di Marcello Buttazzo –

Le politiche popolazionistiche del presidente americano Donald Trump sono chiaramente conservative e discriminatorie. Già la decisione di voler edificare un muro di 3200 km al confine con il Messico per impedire l’ingresso dei migranti è davvero abnorme e raccapricciante. Il tycoon, con le sue manie isolazionistiche, ha inteso sbarrare la strada ad alcuni paesi “a rischio terrorismo”, suscitando le proteste accorate della gente, dei giudici, e dei leaders democratici di tutto il mondo. Il bando agli immigrati di Trump è stato giudicato dall’Onu “illegale e meschino”. Ed anche James Robart, giudice federale di Seattle, si è espresso drasticamente, cancellando l’impopolare decisione della Casa Bianca, riaprendo di fatto i confini americani. Ciononostante, rattrista profondamente che il Paese più potente del mondo voglia adottare misure così asfittiche e restrittive. Il terrorismo si combatte con interventi razionali e disciplinati, ma non si può intraprendere un’incredibile e sproporzionata lotta contro i mulini a vento. Perché discriminare gli esseri umani sulla base della nazionalità e dell’appartenenza di fede? Perché inserire la minaccia terrorismo in un unico immenso calderone, vietando addirittura l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette paesi musulmani? Dobbiamo dire che Trump è stato coerente con le “promesse” xenofobe e pararazzistiche sventagliate in campagna elettorale. Di certo una terra, culla di civiltà e di diritto come l’America, dovrebbe rispettare gli individui senza distinzione di religione, di appartenenza etnica, di nazionalità, di genere. Il neopresidente degli Stati Uniti, con il suo agire prepotente e scriteriato, mette a repentaglio i rapporti diplomatici ed economici con altri Paesi. E, di fatto, sconfessa fragorosamente l’operato attento del suo predecessore Obama. Ha fatto bene l’Europa a stigmatizzare le mosse azzardate di Trump, precisando: “Questo non è il nostro modo di essere, l’Ue continuerà ad ospitare e ad avere cura innanzitutto dei profughi siriani e di quanti fuggono dalla guerra”. In un’era di conflitti ferini, di guerre cruente, di persecuzioni religiose ed etniche, abbiamo più che mai bisogno di comprensione, di dialogo, di solidarietà, di conoscenza. L’Italia governativa, non riconoscendosi minimamente nelle assurde politiche dello stramiliardario d’oltremare, da tempo ha ideato un modello di accoglienza, finanziato, tra l’altro, dalla Comunità di Sant’Egidio, dalle Chiese evangeliche e dalla Tavola Valdese, in collaborazione con il Viminale e con la Farnesina. Da noi giungono centinaia e centinaia di profughi siriani in condizioni di sicurezza. Evidentemente, fra i potenti, c’è chi soffia odio nel mondo; e c’è chi, invece, preferisce costruire ponti e corridoi umanitari.

Marcello Buttazzo