SATURA 3 (L’Osceno del Villaggio)
di Paolo Vincenti –
“E il tetto delle nostre aspettative, /
è così basso / che si potrebbe anche toccare. /
La vita media di una prospettiva / è una campagnaelettorale”.
(“Il padrone della festa” – Silvestri-Fabi-Gazzè)
La Corte Costituzionale ha bocciato l’Italicum, rimettendo al Parlamento il compito di creare una nuova legge elettorale, anche se quella uscita dalla Consulta è comunque operativa e immediatamente applicabile. Il nuovo sistema elettorale sarà probabilmente proporzionale sia alla Camera che al Senato. Ciò comporta un ritorno alla cosiddetta “Prima Repubblica”, dopo la sbornia maggioritaria della Seconda, dove tutti i partiti potranno presentarsi alle elezioni in ordine sparso, senza bisogno di ammucchiate, accozzaglie informi ,di quelle che gli ultimi vent’anni ci hanno propinato. Cioè, le formazioni politiche non dovranno coalizzarsi prima del voto, indicando il nome del candidato Premier sulla scheda, ma potranno farlo dopo, con le “alleanze variabili”, a seconda del responso dell’urna. Questo però favorisce un rigurgito di rappresentanza politica e infatti spuntano come funghi nuovi partitelli, ognuno convinto di poter raggiungere quel 40% necessario a governare da solo. Non un’autostrada, ma questo sistema elettorale ha fatto aprire una prateria, sembra di sentirlo Carlo Verdone, pronunciare questa famosa battuta. Tutti i leaderini si montano la testa, i cespugli del maggioritario ora credono di poter diventare finalmente degli alberi, e dacci dentro allora con l’acqua e col concime dell’individualismo e della democrazia rappresentativa. Giuliano Pisapia lancia un nuovo partito di sinistra, “Campo progressista”, anche se lui si affretta a precisare che non si tratta di un partito ma di una “forza”, epperò dicono tutti così. Intanto, sempre a sinistra del Pd, una nuova “forza” è nata da poco: SI, Sinistra italiana, che sorge dalle ceneri di Sel e di Comunisti italiani. La “Destra” di Storace e “Azione Nazionale” di Alemanno si federano insieme in un nuovo partito “sovranista”, come lo definiscono gli stessi promotori, e lanciano un’Opa su Fratelli d’Italia della Meloni e sulla Lega di Salvini ( e sticazzi!). Vittorio Sgarbi fonda un nuovo partito “della bellezza”, l’ennesimo della sua carriera, che chiama “Rinascimento”. Insomma ce n’è per tutti i gusti, da destra a sinistra passando per il centro. Il treno del proporzionale è partito e non si fermerà. A ogni stazione, di qui alla data delle elezioni, un nuovo soggetto politico; per ogni nuovo partito, ma guai a chiamarlo così, un leader; per ogni leader un governo e madama la marchesa. Ciuf ciuff, in marcia verso il glorioso passato! Benvenuti nella Terza Repubblica, il futuro ha un cuore antico. Premio: siamo piccoli ma cresceremo.
E’ chiaro però che non si può andare al voto con due leggi diverse per Camera e Senato. Oltretutto, se si votasse oggi, dicono i sondaggisti, con questa legge elettorale azzoppata, nessuno avrebbe i numeri per governare. Quali nuove alchimie si dovrebbero inventare i magoni dell’ inciucio, i poltronisti della nuova legislatura, dato che nessun partito supererebbe la soglia del 40%? Ma Renzi scalmana per andare al voto. Il Presidente Mattarella è stato chiaro: bisogna prima fare la nuova legge elettorale. Anche all’interno del Pd ci sono molte resistenze, quelle della bellicosa minoranza capeggiata da Bersani. Appare ben difficile dunque che si possa tornare a votare in tempi ragionevoli. Berlusconi, che potrebbe servire un prezioso assist al suo figlio putativo, non vuole le elezioni prima che possa risolvere i problemi con la giustizia: come è ovvio non vuole le elezioni Gentiloni, il quale gradirebbe continuare il lavoro che il suo governo ha intrapreso; non le vogliono nemmeno i tanti deputati e senatori che perderebbero il vitalizio. Sembra proprio che Renzi debba darsi una calmata, di fronte agli smottamenti in corso nel suo partito, se non vuole una frana di catastrofiche proporzioni. E’ ben singolare, se ci si riflette, tutto l’attivismo di Renzi, la sua decisa accelerazione. Le tanto sbandierate riforme sono tutte fallite, è stato costretto a dimettersi da Premier, eppure non si ritira ma rilancia, e si appresta ad aprire una nuova campagna elettorale che lo veda ancora candidato alla Presidenza del Consiglio. C’è del marcio a Roma, forse è nell’aria che si respira. Ha dell’insano, il modus operandirenziano. Ma forse nei fenomeni come lui, vi è una componente di genio e l’altra di follia. Da fenomeni a cretini poi il passo è breve, giusto la distanza fra Roma e Pontassieve Firenze. Premio: Renzopoli.
Dopo le ultime intemerate di Renzi, Gentiloni sente aria da rompete le righe, molto scomoda la sua posizione di premier “cuscinetto”, se questo gli viene continuamente tolto e rimesso, come la sedia al Re Franceschiello, facendogli dormire sonni agitati. Chissà se riuscirà a mangiare la colomba pasquale. Premio: Gloria in excelsis Deo.
Piangono tutti. Obama, nel suo discorso di addio alla Casa Bianca. Renzi ha pianto nel suo ultimo discorso prima delle dimissioni da Premier. La Serracchiani piange per gli attacchi e gli insulti infamanti che riceve in rete (e’ la penultima negli indici di gradimento degli elettori fra i presidenti di regione, prima di Crocetta). Ha iniziato la ministra Fornero quando presentava il piano ammazzapensioni del Governo Monti. Ha pianto Federica Mogherini dopo gli attentati a Bruxelles e piange Virginia Raggi alla messa di Natale alla Caritas. Un gemito si alza dai politici del mondo e lambisce l’elettorato attonito. Un singhiozzo vi seppellirà.
Giuliano Ferrara e’ ormai convintamente renziano. Le “Metamorfosi” di Ovidio applicate alla politica in chiave transgender 2017, passando per “Il caimano” ed Emilio Solfrizzi -Lino Linguetta.
Piero Sansonetti (ovvero “qualcuno era comunista”) che detiene il non invidiabile record di aver fatto fallire tutti i giornali che ha diretto, da “Liberazione” a “Il garantista”, dalle pagine della sua nuova creatura “il dubbio”, si batte per la scarcerazione di Marcello Dell’Utri. “Che fantastica storia è la vita” canta Antonello Venditti (“qualcuno era comunista” 2): quando pensi di averle viste tutte, ti devi ricredere. Non c’ è mai fine al peggio (“qualcuno era comunista” 3).
Paolo Vincenti
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