I “j’accuse” di Paolo Vincenti
di Antonio Lupo –
Dal suo osservatorio critico Paolo Vincenti torna a liberare il suo commento su fatti di cronaca e di malcostume attraverso una sequenza di articoli di opinione sulle diverse problematiche dei nostri giorni con un linguaggio che gli consente di spaziare dalle citazioni dei classici a quelle dei cantautori (Italieni, Besa 2017, pp.282).
L’insieme dei testi, apparsi su testate giornalistiche salentine e riviste on line nell’arco degli ultimi due anni, costituisce la seconda parte di un iter, talvolta irriverente, già iniziato con L’osceno del villaggio, pubblicato da ArgoMenti nel 2016.
Anche questa raccolta si fa apprezzare per la prosa gradevole, per la ricchezza di informazioni nell’esprimere il proprio dissenso, per lo spessore del sostrato culturale (antico e moderno) a cui fa riferimento l’autore nell’approfondire le problematiche socio-politiche attuali e nel delineare vizi e difetti del “bestiario umano”.
Originale risulta perciò l’ impostazione dei vari contenuti sui piccoli e i grandi mali della società odierna, sempre preceduti nell’introduzione da frammenti di versi di canzoni in esergo.
I suoi scritti sono “contro tutto e contro tutti”, scrive Massimo Melillo nella prefazione,sottolineando l’autenticità di una vena satirica che punta in ogni direzione, fra ironia e autoironia; “lampi di luce fendente in un mondo di oscenità e meschinità”, resi con straordinaria qualità espressiva e narrativa,sostiene Maurizio Nocera nella post- fazione, dove non mancano alcune interessanti note di precisazione rivolte all’autore delle “pasquinate d’oggi” su testi come “ Il 25 aprile è una data importante”, “Il complesso del primo maggio” o “ E’ sempre festa”.
Quello di Paolo Vincenti è infatti un libro che si presta soprattutto al dialogo e ad un approccio inter-attivo, come da poco sta per verificarsi anche sul web.
Antonio Lupo
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