di Marcello Buttazzo –

Le tematiche ambientali e animaliste sono state sempre, nello scenario politico, di portata trasversale. Semmai, è stata soprattutto una certa sinistra più radicale a proporre, negli anni, la tutela ferrea degli ecosistemi, minacciati e insultati dalla pervicace mano antropica dell’uomo e dalle “necessità ineludibili” del capitale. Noi abbiamo sempre saputo che il movimento dei Verdi era essenzialmente uno schieramento di sinistra. E, comunque, la visione ambientale e animalista è stata appannaggio storicamente d’una vulgata di sinistra. Ma le cose, si sa, cambiano. Anche sbrigativamente. E comicamente. Alfine apprendemmo che la questione animale è un affare prettamente di centrodestra. Più precisamente un fatto, per così dire, berlusconiano.
L’ex Cavaliere, più di dieci giorni fa, alla kermesse del Movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla, ha sfoderato un nutrito florilegio di belle parole e di intendimenti accattivanti. Al cospetto d’un pubblico plaudente, Berlusconi ha tirato fuori dal suo fecondo cilindro di buoni propositi preelettorali il meglio del meglio: norme a tutela degli animali, codice dei diritti degli animali, inasprimento delle sanzioni a carico di chi li maltratta e li uccide. E ancora, lotta contro il randagismo e svuotamento dei canili, no allo sfruttamento degli animali nei circhi e no all’allevamento per ricavare pellicce. E poi, in un crescendo, servizio sanitario veterinario nazionale, detrazioni per le spese sostenute per la loro cura. Per una modestissima manciata di voti, mago Silvio s’è scoperto più animalista dell’etologo Konrad Lorenz.

Marcello Buttazzo