Una nuova rubrica, a cura di Fabio Grasso per Spagine.it

Liber tertius

La rubrica che proponiamo, intitolata Liber tertius, nasce pensando al terzo libro (dei dieci totali) che Marco Vitruvio Pollione (I° sec. a.C.) dedica all’Architettura. Un testo fondamentale per diversi aspetti: tecnici, progettuali, documentari e altri ancora potrebbero essere segnalati. Il motivo per il quale si è scelto questo titolo è legato al fatto che l’autore riserva un significativo spazio ad un aspetto particolare, quello dell’essere umano. È una figura misurata, raccontata attraverso dimensioni e rapporti numerici che tradiscono, come suggerisce la storiografia più accorta, l’influenza della cultura del tempo in cui l’opera fu redatta. E l’umanità, poi, rientra pure attraverso le leggi della visione tanto da suggerire al progettista architettonico modifiche, “anomalie” da apportare a un sistema di controllo geometrico degli spazi che così facendo, anche in questo caso, ha il sapore della libertà. Quell’inspiegabile, inestricabile anomalia può condensarsi in un motivo di singolarità e di interesse per l’uomo che guarda. Utile ricordare che diverse volte, in secoli a noi più vicini, le parole dell’autore latino furono tramutate in disegni ovvero in una realtà più vicina a quella del fare artistico. Celebre in questo senso è il cosiddetto Uomo Vitruviano disegnato da Leonardo da Vinci oltre che da Cesare Cesariano.

Lungi dal voler porre l’attenzione esclusivamente su schemi numerici, la scelta di quel titolo vuole porre l’accento sul significato di “essere umano”; le dimensioni dovremmo, forse, andare a cercarle nell’analisi delle opere (dipinti, sculture, architetture di ieri e di oggi), nel racconto delle vicende artistiche che in quanto tali sono sempre, prima di tutto umane. Nell’umanità c’è pure l’incompletezza di un’opera, il suo distaccarsi anche da canoni, abitudini, luoghi comuni; nell’umanità è la parzialità del punto di vista del narratore, e così pure quell’oscillare fra astratto e concreto che emerge anche nell’analisi linguistica del testo vitruviano (Elisa Romano, Fra astratto e concreto. La lingua di Vitruvio,in Pierre Gross (a cura di), Vitruvio.De Architettura, Einaudi, Torino, 1997, I, pp. LXXX-XCV).

Cominceremo con una serie di sette racconti (tale orizzonte è dettato dalle incertezze che stiamo vivendo) da sciogliersi nel tempo. Rispetto ad altre esperienze simili per contenuti (storia dell’arte, dell’architettura, dell’urbanistica soprattutto di Terra d’Otranto ma necessariamente non solo) che nel corso degli anni chi scrive ha tenuto su diverse testate e blog, si è deciso di compiere un nuovo esperimento, facendo uscire dal virtuale anche i contenuti di questa rubrica organizzando cioè visite guidate e conferenze.

F.B.

Contatti per le visite guidate: FABIO GRASSO, cell.: 3285711372; mail: fabiograssofg@libero.it