di Antonio Stanca –

Anche libri per ragazzi ha scritto la genovese Sara Rattaro. Al 2017 risale “Il cacciatore di sogni (La storia dello scienziato che salvò il mondo)”, che quest’anno è stato ristampato dalla Mondadori nella collana “Oscar Junior”. Le illustrazioni sono di Anna Pirolli.
La Rattaro è nata nel 1975, si è laureata in Biologia e Scienze della comunicazione ed ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi alla scrittura narrativa. I suoi romanzi avrebbero avuto successo presso il pubblico e presso la critica poiché capaci di coinvolgere il lettore, appassionarlo tramite vicende cariche di emozioni, di tensione sentimentale, affettiva. Intorno al 2010, a trentacinque anni, avrebbe cominciato a scrivere e non si sarebbe più fermata quasi fosse una necessità, un’urgenza del suo spirito. Vuole scrivere la Rattaro, vuole dire non di grandi eventi, di grandi personaggi ma di modeste situazioni, di persone comuni. Dalle loro storie vuole ricavare quelle verità, quei valori che servono ad accompagnare, a sorreggere la vita anche quando nuova, diversa si presenta rispetto a quella che ci si era aspettata. Capisce la Rattaro che i tempi, gli ambienti moderni possono far uscire, far deviare dal percorso solito ma non condanna chi lo fa, lo riporta tra i casi della vita, estende, amplia la comprensione di questa.

Come disposta verso la visione, l’accettazione di una più larga condizione umana, sociale si presenta la scrittrice e vicina si mostra, così, ad altri autori della letteratura contemporanea che pure sono andati oltre i confini stabiliti.

Anche in questo libro per ragazzi la Rattaro estende gli spazi della comune esistenza. Stavolta lo fa con l’immaginazione, l’invenzione: su un aereo che da Barcellona è diretto verso l’Italia fa incontrare Luca, giovane figlio di una buona famiglia italiana, con Albert Sabin, il famoso scienziato, ormai vecchio, che ha scoperto il vaccino contro la poliomielite e salvato milioni di bambini nel mondo. Sabin, però, non si dichiara, non si fa riconoscere e racconta a Luca la storia dello scienziato come se non fosse la sua.

Il ragazzo rimane ammirato, si entusiasma nel sapere quante difficoltà ha incontrato Sabin, quanti problemi ha sofferto e come sia stato così fermo nelle sue convinzioni da raggiungere il risultato sperato, il vaccino. Non lo aveva brevettato poiché non aveva voluto arricchirsi e a disposizione di tutti aveva voluto che fosse messo. In seguito era tornato ad essere una persona semplice, quasi sconosciuto era rimasto. E a Luca che gli aveva confidato di voler diventare un grande musicista quel signore raccomandava di fare come Sabin, di non perdere mai di vista il proprio obiettivo, di lottare, sacrificarsi per esso se era necessario e di avere fiducia.

Luca sarà preso da quel racconto. Neanche quando l’aereo atterrerà vorrà separarsi dal compagno di viaggio. Lo vorrà avere sempre vicino specie quando scoprirà che era Albert Sabin e che la sua modestia non glielo aveva fatto dire.

I contorni imprecisati di una favola assumerà questo libro della Rattaro, i suoi caratteri didascalici, tutto sembrerà sognato senza che rinunci ad essere vero, reale, tutto si muoverà tra passato e presente, vecchio e nuovo, lontano e vicino senza che si perda mai di vista il significato perseguito, l’insegnamento che si vuole dare.

È la maniera che la scrittrice usa, quella di aggiungere elementi diversi e di combinarli tra loro, quella di accogliere molte verità e di provare a farle stare insieme.

Antonio Stanca