di Antonio Stanca –

Niente è come te è un romanzo che Sara Rattaro scrisse nel 2013 e che a Giugno di quest’anno la Garzanti ha riproposto. Di nuovo la scrittrice genovese si è mostrata impegnata ad indagare nell’animo umano, a percorrere le vie più segrete, a scovare le verità più remote. E’ la sua maniera, quella che l’ha distinta fin dalle prime opere.

La Rattaro è nata a Genova nel 1975, qui si è laureata in Biologia e Scienze della Comunicazione. Ha cominciato a lavorare come informatore farmaceutico ma dal 2010 il suo interesse per la scrittura è prevalso al punto da portarla a dedicarsi quasi esclusivamente ad essa. Scriverà anche romanzi per ragazzi, saranno come delle lunghe favole dove comparirà ancora la sua tendenza a portare alla luce quanto si nasconde tra i pensieri, i sentimenti, a scaricarli del peso che li opprime, a cercare una liberazione a volte impossibile. E’ sempre così nelle sue opere qualunque sia il loro destinatario. Sono state un successo di pubblico e di critica, hanno ottenuto molti riconoscimenti.

In Niente è come te si dice di un fenomeno che oggi tende a diffondersi, quello dei matrimoni “misti”, tra persone, cioè, di diversa nazionalità, religione, cultura, delle conseguenti, facili separazioni e delle gravi situazioni nelle quali può venire a trovarsi un padre, una madre, un figlio. E’ un tipo di matrimonio che si verifica con sempre maggiore frequenza da quando sono cadute le barriere tra gli stati europei e tra questi e altri continenti. La Rattaro si è soffermata ad indagare sul problema, si è informata, ha saputo di molti casi, dei disagi di molte famiglie, di veri e propri drammi e si è sentita mossa a scrivere questo romanzo. Qui il dramma è sofferto soprattutto da un padre italiano, Francesco, che dopo la nascita della figlia, Margherita, ha assistito a dei cambiamenti nel comportamento della moglie Angelika, una bellissima donna danese della quale era stato ed era molto innamorato. Angelika era diventata più autoritaria, non gli concedeva molto spazio, facilmente giungevano a non capirsi, a litigare e infine lei aveva deciso di tornare nel suo paese, Viborg presso Copenaghen, e di portare con sé la piccola figlia. Lo farà, lascerà Francesco da solo e per lui inizierà una condizione di sofferenza, di dolore che si aggraverà sempre più e sembrerà non avere fine. Angelika diventerà cattiva nei suoi riguardi, non gli permetterà di vedere la figlia ormai diventata una ragazza, di parlare con lei quando andrà a trovarle, non le passerà i regali, le lettere di lui, trasformerà il rapporto col marito in una questione legale, da tribunale, lo farà sentire perso, finito. Mai aveva lui pensato che tutto questo sarebbe potuto succedere, era il suo uno spirito buono, sincero, onesto, aveva solo amato, la bambina era diventata il suo amore più grande e non riusciva a rassegnarsi all’idea di perderla, di vedere annullato tutto quello che aveva costruito senza che ci fosse stato un motivo preciso, una causa grave, una colpa, un’offesa.

Interminabile, instancabile si mostra la Rattaro nell’esplorazione dell’animo dell’uomo, fino in fondo e oltre riesce ad andare, non crede si possa finire di dire quando una pena è così grave e così oscura, quando si insegue una speranza che non c’è, quando non si intravede una via d’uscita e si vive solo di illusioni. Profonda conoscitrice dell’animo umano si rivela e brava scrittrice perché capace di un linguaggio così sicuro, di trame talmente vicine alla realtà da emozionare, appassionare il lettore, da legarlo alla vicenda rappresentata.

Per Francesco, per salvarlo da quanto ormai non finiva di ferirlo, ci sarà Enrica, una giovane studiosa di scienze che lo capirà meglio di tutti e lo aiuterà a sollevarsi. Aiuterà anche Margherita quando, dopo la tragica morte della madre, sarà venuta in Italia e avrà problemi a stare con un padre che non conosce. Per entrambi sarà la loro salvezza.

Sorgeranno, però, problemi anche ora: la donna si vedrà preferita alla ragazza nelle attenzioni di Francesco, anch’essi arriveranno ad una rottura, anche stavolta lui rischierà di essere abbandonato. Ma il bene del quale si è mostrato sempre capace, la sua capacità di amare saranno tali da rimediare a quest’ultimo problema.

Un padre e una figlia di dieci anni che non si conoscono, una moglie e una compagna diverse tra loro e con gli altri, sono i protagonisti di una vicenda che sembrava destinata a complicarsi sempre più ma che finirà col risolversi.

Come altre volte un percorso lungo, intricato ha compiuto la Rattaro: così ama fare, così è convinta che uno scrittore debba fare!

Antonio Stanca