di Marcello Buttazzo –

Osvaldo Piliego, fondatore della Cooperativa Coolclub, direttore dal 2004 al 2011 della rivista Coolclub.it, fra le altre cose, ha collaborato con Giancarlo Susanna nella realizzazione del libro “Nientepopodimenoche Fred” (biografia di Fred Buscaglione), edito da Arcena. Ha pubblicato i romanzi “Fino alla fine del giorno” nel 2011 e “La citta verticale” nel 2015, entrambi per Lupo Editore, la raccolta di poesie “justalovesong” con Fondo Verri. Nel 2019 pubblica il suo terzo romanzo “Se tu fossi una brava ragazza” per Manni editori. Inoltre, ha collaborato con varie testate e siti nazionali, ha scritto i testi per lo spettacolo “Io che amo solo te, le voci di Genova” di Serena Spedicato.

Da poco (novembre 2023) è uscito il nuovo libro dello scrittore leccese dal titolo “Questo è tutto di qui” (Bestiario salentino), pubblicato da Edizioni Ergot. La scrittura che non s’imbelletta, che non ha alcun bisogno di ciprie e di artifici; la scrittura piana, intellegibile, che procede fluidamente ed elegantemente per approdare nei porti della comprensione dell’esistente. La parola maneggiata con cura, con misura, con discrezione, per creare tessera dopo tessera un racconto intrigante, mai accomodante. La parola usata mai come clava, mai per ferire o per stigmatizzare, ma coscientemente sviscerata nell’essenza, per mostrare ciò che all’occhio disattento di tanti osservatori fragorosamente sfugge.

Questo è anche il “mestiere di vivere” di Osvaldo Piliego che, in “Questo è tutto di qui”, ha arabescato una alluzzante galleria di ritratti, una mostra immaginaria, un affascinante bestiario. Osvaldo Piliego, molto umilmente, si definisce uno “scrivente” di periferia, fuori moda, lontano dai meccanismi dell’editoria di oggi. Di certo, Osvaldo è un eccellente scrittore. Sì, è vero, forse di periferia, nel senso che lui ama bordeggiare i luoghi e gli spazi più marginali. Le periferie del mondo e le periferie dell’anima. Lui ama tratteggiare uomini, donne, situazioni, storie, con passione, senza mai edulcorare le vicende, cercando sempre di scavare come un archeologo, come un rabdomante del pensiero, nelle scaturigini di ciò che appare e dell’inconosciuto.

Questo “Bestiario salentino” nasce da un abbozzo di piccoli ritratti, incipit di possibili storie, romanzi mai nati, prove tecniche di racconti. Sono fioriti 31 ritratti (di vita, di sentimento, di pensamento), affiancati dalle illustrazioni di 31 artiste e artisti pugliesi con il coordinamento artistico di Brizzo, le introduzioni di Mauro Marino e Alessio Fasano e il cover design di Erik Chilly. “Questo è tutto di qui” è uno scritto pullulante di umanità, di coralità, si nutre di visioni realistiche e, in parte, immaginifiche.
Il “Bestiario salentino” di Piliego è un album che si può scorrere come un romanzo. I protagonisti sono uomini e donne che non compaiono sulle riviste patinate, che non frequentano i salotti televisivi di prima e seconda serata. Sono uomini e donne che abitano gli spazi residui, che hanno una enorme dignità. Nella nota di lettura Mauro Marino scrive: “Di quante cose è un paese, una città, mille e mille accadimenti, di quante individualità soprattutto: il suo respiro è il respiro di tutti, un insieme indistinguibile, tutto si mischia e accade nella sfida dello stare a vivere. Un’energia corale dove, andare a cercare la particolarità, è mettersi in cammino e allenarsi alla sosta per meglio guardare e dare luogo alla traccia degli incontri, per meglio comprendere l’umanità e le singolarità che la abitano”.
E Piliego con una grande capacità evocativa disegna storie e relazioni, dove l’“io” e il “tu” si danno la mano, dove prevale un “noi”, una trama pregnante di vicende redatte con l’inchiostro d’un sé mai esorbitante, ma che sa viaggiare con gli uomini. Con tutti gli altri uomini e le altre donne. E così Diego, il portatore di handicap, nel Bestiario di Osvaldo, diventa un supereroe, proprio come Stefen Hawking, lo scienziato del Big Bang e dei buchi neri. E così Gino Nociglia scopre il potere salvifico e terapeutico del mare, che come una fonte battesimale gli lavò il male. Edoardo, anima folle stremata d’amore, è un’altra figura molto amata da Osvaldo. Lo scrittore rammenta tutto lo stupore e la meraviglia provate nel conoscere, da fanciullo, l’estroso pittore. A San Cataldo, luogo dell’anima, Edoardo era solito passare il suo tempo in estate. Qui una vecchia aveva dato del barbone e ubriacone ad Edoardo. Quello stesso giorno, il pittore chiamò il ragazzino Osvaldo e altri suoi cinque amici e diede loro mille lire a testa. “I barboni non danno i soldi, li chiedono”, sentenziò l’arguto giovinetto Osvaldo. Le descrizioni di Piliego sono delicate e condotte nei meati d’uno spirito analitico e introspettivo. Come non apprezzare il racconto sulla Giulia delle chiavi, presa in giro dai giovinastri, eternamente intenta ad aspettare il suo Umberto, il Principe Umberto di Savoia. Come non apprezzare la storia della “fricipurpi”, così chiamata un po’ per il suo tanfo e un po’ perché la dava in giro. E come non sentire un sussulto allorquando Piliego parla della Mara, il primo travestito di Lecce, che non fece mai del male a nessuno, una signora che portò nella tomba i nomi dei suoi clienti eccellenti. La Mara che, comunque, aveva sempre saputo denunciare le falsità borghesi. Tutte storie intense nel Bestiario di Osvaldo. Come quella di Alok, un migrante arrivato nel leccese con una laurea in fisica, costretto a preparare panini con il sugo per poter sopravvivere e sbarcare il lunario. Come quella di Pippi Nocco, nel cui locale si andava a bere, dove convivevano gioia e tristezza, cioè il sale della vita, la vita vera.

“Questo è tutto di qui” è un libro speciale, per la venustà dei passaggi letterari, per le straordinarie illustrazioni presenti. In una nota di lettura Alessio Fasano scrive sul “Bestiario salentino”: “Per ogni frammento letterario troverete una rappresentazione che riesce a svolgere ogni volta una funzione differente nei confronti del racconto: riassumendolo, ampliandolo o proseguendolo”. Nel libro ci sono interventi di importanti esponenti dell’arte figurativa. “Questo è tutto di qui” (Bestiario salentino) è un’opera originale, che può essere pensata anche come un quaderno di schizzi e di bozze, una fotografia non esaustiva dello stato dell’arte di qui. Di certo, è un’opera da leggere per la bellezza degli scorci intraveduti da Osvaldo Piliego, che con il suo occhio colto riesce a risolvere in un caleidoscopio di vicende l’eterno destino della ventura umana.

Marcello Buttazzo