di Marcello Buttazzo –

In Italia, il Reddito di cittadinanza aveva voluto rappresentare una sorta di misura tampone, l’intendimento politico di prendersi, in qualche modo, cura delle classi meno abbienti, più disagiate. Con l’avvento della destra governativa s’è voluto fare una guerra ideologica più che altro alle idee, ai contenuti. Il Reddito di cittadinanza non è ben accetto da Fratelli d’Italia, da Lega, da Forza Italia, e dai centristi di Lupi, non solo per motivi economici, ma soprattutto per questioni identitarie: insomma si doveva demolire la “creatura” partorita dai nemici del Movimento 5 Stelle e sponsorizzata, a un certo punto, anche dal Pd. E così, è stato. Ci sono dati allarmanti. Secondo l’Alleanza contro la povertà, “il 50% delle persone beneficiare del Reddito di cittadinanza rischiano di esserne escluse”. Forse, i politici saggi dovrebbero pianificare una misura universale rivolta a quelle persone e a quei nuclei familiari che si trovano in condizioni di miseria, indipendentemente dall’età dei componenti. Ma il governo Meloni ritiene di contrastare la povertà con l’Assegno di inclusione, che sostituirà il Reddito di cittadinanza. Con i prossimi provvedimenti, secondo un recente studio della Banca d’Italia, 900mila persone tuttavia saranno degli “esodati”, esclusi dalla platea dei potenziali beneficiari. Però il diavolo non è così brutto come lo si dipinge. Aggiornamenti mirabolanti arrivano dalla cronaca. Dopo la nomina al Comando delle forze operative terrestri, il generale Roberto Vannacci ha affermato che non rinuncerà alla sua veste di personaggio pubblico, molto amato a destra, dopo la pubblicazione del suo memorabile libro “Il mondo al contrario”. Il generale Vannacci ha fatto sapere che nel tempo libero, fra le altre cose, legge, scrive, e inoltre continuerà a presentare il suo libro. Queste sono notizie vitali che risollevano le sorti d’un Paese e sono anche esempio della agognata “egemonia” culturale della destra.

Marcello Buttazzo