di Antonio Stanca –  Ad Aprile di quest’anno, presso Feltrinelli di Milano, nella serie Universale Economica, è comparso il romanzo La ricetta del vero amore dello scrittore francese Nicolas Barreau. Barreau è nato a Parigi nel 1980, ha studiato Lingue e Letterature Romanze alla Sorbona e molto giovane ha cominciato a scrivere. Quando aveva trent’anni, col romanzo Gli ingredienti segreti dell’amore, il terzo nella sua produzione narrativa, ha ottenuto un successo che ha superato i confini della Francia ed ha fatto di Barreau uno scrittore sempre seguito perché sempre particolare. Con lui sembra di essere tornati indietro, quelle da lui rappresentate sono storie d’amore capaci di andare oltre le difficoltà, gli ostacoli che i tempi, le circostanze possono far sorgere e di salvare la forza dei sentimenti.
Favole sembra che siano le sue, favole ambientate in tempi completamente diversi, in quei tempi moderni che minacciano la loro semplicità ma che non riescono a impedire che, come appunto nelle favole, ci sia una conclusione positiva, giusta, buona.
Barreau scrive in francese o in tedesco e sua traduttrice è Monica Pesetti. La ricetta del vero amore è stato scritto in tedesco e come gli altri romanzi la storia d’amore che contiene è originale, avvincente. Anche qui ci saranno degli ostacoli ma anche qui saranno superati in nome di quanto voluto, sentito, cercato dai due innamorati.

Sono due ragazzi in età scolastica, Henri e Valérie, lui è timido, impacciato, lei bella, disinvolta, libera nel parlare e nel fare. Lui si è subito innamorato di lei ma non è mai riuscito a dirglielo e finora si è limitato a cercare di starle vicino, di scambiare qualche parola, di accompagnarla per brevi tratti, di farle dei complimenti.
Succederà, però, che durante un periodo estivo, in tempo di vacanze, i due debbano rimanere lontani per un certo periodo poiché Valérie andrà con la famiglia sulla riviera ligure. Qui conoscerà Alessandro, un giovane bello e di ricca famiglia, col quale inizierà un rapporto che non potrà dirsi un vero e proprio fidanzamento e del quale parlerà a Henri una volta tornata a Parigi. Henri soffrirà dell’ammirazione che Valérie mostrerà nei riguardi di Alessandro, diventerà geloso, molto geloso e convinto di non poter valere quanto Alessandro si allontanerà da Valérie, cercherà di dimenticarla. Sarà un’amica, Camille, a farlo ripensare a Valérie, a fargli capire che errato è il comportamento che sta usando. Henri tornerà a rivedere Valérie, a parlarle, a cercarla. Si convincerà che nessuno, neanche quell’Alessandro, era subentrato tra i pensieri della ragazza, che lui aveva continuato ad essere l’amico preferito e l’eventuale innamorato. Questo, infatti, diventerà Henri per Valérie, il suo ragazzo, e non finirà di sentirsi colmato di tutta quella gioia che non aveva mai ritenuto possibile, di tutto quel piacere che aveva considerato irraggiungibile. Niente sarà necessario perché Valérie diventi la sua ragazza, neanche quella cena che Henri aveva pensato di preparare con erbe afrodisiache. Valérie gli farà vedere che liberamente, spontaneamente la sua scelta era sempre stata orientata nei suoi riguardi e in questo modo semplice, come appunto in una favola, la loro storia si concluderà dopo aver attraversato momenti difficili.

Di nuovo Barreau ha sorpreso, ha interessato per la semplicità dei suoi contenuti e la facilità del suo linguaggio. Entrambe sono diventate le sue regole, entrambe ne hanno fatto un autore molto letto, entrambe hanno mostrato quanto è richiesto in un contesto come il contemporaneo diventato sempre più complicato.

Antonio Stanca