di Marcello Buttazzo –

Ho letto, qualche giorno fa, su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, una notizia rassicurante, che apre il cuore all’attesa, alla speranza. Il sindaco di Racale, Donato Metallo, ha scritto una lettera di vibrante protesta al vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. In sostanza, il sindaco Metallo ha fatto sapere a Matteo padano che non manderà i vigili salentini a pattugliare le spiagge e a sanzionare i venditori ambulanti migranti. I vigili, effettivamente, hanno altro da fare, di più importante, di più giusto, che propinare multe salate a povericristi e agli acquirenti italiani. Un sindaco coraggioso d’un piccolo paese del Salento può essere l’apripista, può diventare un punto di riferimento, un simbolo, per una denuncia civile, pacifica e non violenta. Per una presa di posizione netta contro una vulgata vagamente xenofoba e razzistica, che sta prendendo piede in questa avvilita Italia. Personalmente, mando il mio abbraccio al sindaco Donato Metallo. E la stima assoluta per le parole con cui ha concluso la sua lettera al leghista, ministro dell’Interno Salvini: “Non manderò i vigili a fare la guerra ai poveri, la guerra fra poveri non ci appartiene, abbiamo sempre diviso il tozzo di pane e versato il vino, messo una sedia di più a tavola”.