di Antonio Stanca –

Dopo una lunga esperienza nella sceneggiatura, commedie romantiche e thriller, Fiona Leitch è passata alla narrativa e il romanzo poliziesco è diventato il suo genere preferito. Nel 2018 è comparso Morte a Venezia, nel 2021 Delitto al banchetto che quest’anno ha avuto una nuova edizione per conto del periodico BlueNocturne e su licenza della HarperCollins Italia. La traduzione è di Daniela Desperati.

Di Fiona Leitch non si sa molto. Soltanto che vive in Nuova Zelanda dove si è ritirata dopo essere stata a Londra e in Cornovaglia ed essersi applicata alla sceneggiatura e ai primi romanzi. In Nuova Zelanda fa molta vita all’aperto, sulle spiagge, si espone al vento, sogna. Continua a scrivere di narrativa e a fare dei personaggi femminili i più importanti della sua produzione. Lo aveva fatto come sceneggiatrice, aveva creato figure di donne emblematiche, esemplari e aveva ricevuto notevoli riconoscimenti. Lo farà come scrittrice e Delitto al banchetto sarà un’ulteriore prova di questa sua tendenza. Nel romanzo le donne sono tante, molte, ovunque ci sono donne che si muovono, parlano, tacciono, si confessano, amano, tradiscono. Saranno queste a collaborare, aiutare perché si giunga alla verità circa i gravi casi di omicidio che all’inizio si sono verificati. Naturalmente ci sarà anche la polizia, l’ispettore Withers sarà sempre presente, ma la vera e propria protagonista dell’opera sarà quella Jodie Parker che a quarant’anni, dopo aver prestato servizio nella polizia della capitale, è tornata in Cornovaglia nel suo piccolo paese d’origine, Penstowan, dove insieme alla sua bambina e alla vecchia madre si ripromette di condurre una vita tranquilla senza il chiasso, il movimento, la confusione di Londra. Si troverà, invece, a compiere tante azioni, a prendere tante iniziative al fine di scoprire i colpevoli dei delitti avvenuti a Penstowan e liberare dai sospetti un amico d’infanzia. Si muoverà di più e meglio dell’ispettore Withers, prima di lui riuscirà a sapere la verità dimostrando di essere stata una brava poliziotta e la figlia di un altrettanto bravo poliziotto. E’ di nuovo lei l’eroina della Leitch, con lei la scrittrice vuole mostrare quanto sono capaci le donne, quanto possono più degli uomini. Altre donne ci saranno nel romanzo, saranno buone e cattive, vecchie e giovani, madri e figlie, mogli e amanti, alcune direttamente interessate all’azione criminale, una responsabile delle sue vittime, altre indirettamente collegate.

La grave vicenda rimarrà a lungo sospesa, a lungo si sospetterà senza mai essere sicuri dei colpevoli e intanto se ne parlerà in paese quasi in continuazione. Saranno soprattutto le donne a farlo e sarà dai loro discorsi che la Parker ricaverà gli elementi necessari a comporre il percorso di una storia che stava diventando tanto complicata, tanto oscura da non lasciare intravedere alcuna spiegazione. Sorpresa, meravigliata si mostrerà, tuttavia, nel constatare come in un piccolo paese si verificassero eventi così gravi, come se ne parlasse senza scandalizzarsi o spaventarsi, come diventassero motivi di diffuso pettegolezzo. Anche di lei si dirà naturalmente, del suo precedente matrimonio, del recente rapporto con l’ispettore. Niente sfuggirà a quella che era una diffusa maniera di vivere. Ampia, estesa diventerà la narrazione in Delitto al banchetto. La sua lettura permetterà di sapere tutto della vita di un ambiente, dei costumi di una gente. Permetterà di constatare come la Leitch sia stata capace di costruire intorno ad un evento singolo una rappresentazione che non finisce mai di sorprendere, che si articola, si dirama in ogni senso, investe tante persone, tante situazioni, tanti luoghi, tanti tempi, coinvolge chi legge fin dalle prime pagine.

Eccezionale è quest’opera, non è solo un romanzo poliziesco, la sua indagine non è rivolta soltanto a scoprire i colpevoli di un misfatto ma vuole anche sapere tutto quanto vi è intorno, tutto quanto vi accade vicino. Procede la scrittrice con facilità, con semplicità tra le campagne, le strade, le case, le persone di Penstowan e dintorni, coglie quel che si fa, si vede, si dice, si sente. Lo riporta nella sua opera tramite quella Parker che non finisce mai di intuire, sospettare, cercare, scoprire. Con lei s’identifica la Leitch, ovunque la fa andare, sempre ansiosa di giustizia la mostra, un mondo intero le fa scoprire per sé e per chi scrive.

Antonio Stanca