di Marcello Buttazzo – L’acre sapore della discriminazione. Il sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo ha deciso di negare il trecentesco chiostro di San Francesco a una coppia gay, disposta a contrarre un’unione civile. Il giovane napoletano Vincenzo D’Andrea e il suo compagno colombiano Beto volevano unirsi civilmente nel chiostro francescano di Sorrento, proprietà del Comune, ma hanno visto la loro richiesta respinta recisamente dal sindaco Cuomo, “per rispetto” dei frati della struttura adiacente. Ciò che è accaduto a Sorrento è decisamente avvilente sconcertante. Ora, i frati francescani sono senz’altro legittimati ad aderire a loro inerenti principi e valori dottrinali, alla loro etica tradizionale. Anche se bisogna dire che molti francescani hanno anche una cultura molto laica. È davvero inconcepibile che un sindaco dello Stato italiano vieti l’accesso ad una struttura comunale, dove, tra l’altro, si celebrano tanti riti civili. Giuseppe Cuomo si è difeso: “Non sono omofobo. Per le celebrazioni delle unioni civili sono disponibili altre strutture comunali”. Ma anche il chiostro francescano di Sorrento viene solitamente utilizzato nelle celebrazioni civili. E allora, perché il rifiuto? Le legge Cirinnà è pienamente operante nel nostro Paese. Il sindaco, forse, non sarà omofobo. Forse! Ma, di certo, nella fattispecie, s’è dimostrato inadeguato al suo ruolo di rappresentante istituzionale.