di Marcello Buttazzo –

Maurizio Costanzo s’è posto ultimamente una domanda intricata, fondamentale per le sorti dell’umanità: “Mi chiedo sempre, quando si concludono i reality (e intanto ne è cominciato un altro, “L’isola dei famosi”), qual è il destino dei protagonisti dei medesimi?” I reality sono esplosi negli ultimi venti anni, accalorando un consistente pubblico di appassionati della materia. Per definizione, “reality show “è un programma di intrattenimento, basato su situazioni ispirate alla realtà, vissute da persone comuni. Solo che, in questo tipo di stucchevoli e inutili programmi, sovente, la realtà sfugge fragorosamente e sono più tipiche le scene irreali e inverosimili. Alcuni opinionisti e giornalisti difendono i reality e parlano addirittura di “utilità sociale”. C’è chi sostiene comicamente che molti vip abbiano iniziato la loro “brillante” carriera partecipando a reality per poi approdare al cinema e alla tv. Sì, Sì, protagonisti incontrastati come Belen Rodriguez, come Costantino Vitagliano, il macho di “Uomini e donne”, come Flavio Montrucchio, come Laura Torrisi, come Alessandro Tersigni, stanno facendo la “storia” contemporanea del cinema e della televisione. Il giornalista Costanzo ritiene che sia difficile per i concorrenti, dopo sei mesi sotto le telecamere, tornare un po’ nell’ombra. Costanzo propone, per andare incontro ai meno fortunati, di “assoldare uno psicologo che li aiuti a tornare nel loro quotidiano”. Epperò, tenuto conto dei dialoghi surreali e assurdi dei protagonisti delle Case dei grandi reclusi e delle Isole degli inconcludenti più o meno famosi, qualche psichiatra da scritturare nel corso delle trasmissioni, costantemente presente nei luoghi di rappresentazione, non guasterebbe.

Marcello Buttazzo