Santa Maria Elena Boschi e Banca Etruria
di Rocco Boccadamo – Ieri sera (6 dicembre), rinunciando a tre quarti d’ora di sonno, ho voluto assistere alla trasmissione televisiva “Porta a Porta” su Rai 1, nella cui scaletta, come noto, spiccava la presenza dell’attuale Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio ed ex Ministra delle Riforme Onorevole Boschi, toscana di Laterina (Arezzo).
Ebbene, non che riponessi fiducia in un esito di ben differente genere, ho purtroppo trovato le argomentazioni dell’illustre personaggio semplicemente trite e ritrite, sia nel canovaccio espositivo, sia come contenuto sostanziale.
Più che altro, l’ospite ha inteso mostrarsi e apparire alla stregua di una sorta di Santa, diciamo così, non Maria Elena bensì Maria Goretti, di animo semplice e innocente, che si ritiene ingiustamente accusata e tacciata – non solamente dal noto giornalista De Bortoli nel suo libro, ma anche dalla stampa e dai mass media nel loro complesso – di essersi interessata, approfittando dell’ importante ruolo politico e governativo rivestito, per ottenere qualche aiutino a beneficio della Banca Etruria di Arezzo, dove, in seno al Consiglio di Amministrazione, ormai lo sanno pure i bambini, sedeva il di lei padre Pier Luigi.
Nel corso della puntata del talk show, prescindendo da quelle che sarebbero state le risposte, mi sarei aspettato quantomeno un fuoco di fila di domande serrate e incisive da parte del conduttore Bruno Vespa, sennonché, quest’ultimo, mi è sembrato niente più che nelle vesti di S. Pietro, con, in mano, le chiavi dell’attendibilità dei politici, chiavi evidentemente assai più inverosimili e lontane di quelle del Paradiso.
Vorrei qui ricordare, e parlo a nuora (Boschi) perché suocero (Renzi) intenda, oltre che, beninteso, allo stesso Vespa, che le Sante e i Santi, prima di adottarli, bisogna rispettarli, e così deve essere pure riguardo a tutti noi comuni mortali, utenti tv o non utenti, che, di certo, non abbiamo l’anello al naso.
In questi anni, si sono sprecati volumi di scritti sulla nutrita comitiva fiorentino/toscana che l’ex Premier si era portata a Palazzo Chigi e, tuttora, si trova al suo fianco, con ciò superando, a mio avviso, ogni limite di buona creanza politica e istituzionale.
E, però, all’indecenza non v’è proprio fine, giacché, i nostri, hanno avuto la sfacciataggine di tirarsi alla Presidenza del Consiglio, in qualità di consulente, addirittura un Procuratore della Repubblica, guarda caso, quello posto a capo dell’ufficio di Arezzo, il quale, a novella abbondanza, nei giorni scorsi è stato chiamato a dire la sua presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, Banca Etruria compresa, dando luogo, inevitabilmente, a qualche equivoco.
A proposito di tale organismo parlamentare, mi permetto di suggerire, la convocazione non solo dell’ex Ceo di Unicredit Ghizzoni, ma anche quella della sua già diretta collaboratrice, Serena Natale, la quale sarebbe stata incaricata di esaminare il dossier “Banca Etruria” per l’eventuale aiutino prima accennato, dossier poi accantonato.
E, infine, la Commissione d’inchiesta dovrebbe dare un’occhiata, con l’ausilio di esperti seri e non influenzabili, alle pratiche di concessioni creditizie di un certo rilievo varate da Banca Etruria nell’ultimo quinquennio della sua decorsa normale operatività e, purtroppo, sfociate in insolvenze e sofferenze e, quindi, in perdite.
Fra gli amministratori della Banca che hanno deliberato quelle pratiche, è mai intervenuto oppure no il consigliere e/o V. Presidente Boschi?
Rocco Boccadamo
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