di Marcello Buttazzo –

L’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, quello che al Papeete reclamava “pieni diritti”, ha inviato un messaggio di “buon lavoro” all’amico Viktor Orban. Fra altolocati della politica si capiscono intimamente. Il presidente ungherese s’è reso protagonista d’una svolta autoritaria, che ha fatto rabbrividire e indignare tutta l’Europa. Ma per il leader della Lega va bene così, è un “alto” segnale di democrazia. Matteo padano, ritenendo che ogni popolo possa decidere liberamente come vuole per sé, proprio lui che passa una parte del suo tempo sui social a vaticinare e a fare continua propaganda, afferma in difesa di Orban: “La polemica è surreale, qui è stata decretata l’emergenza di notte e via Facebook e Conte è venuto in Parlamento perché lo abbiamo chiesto noi”.  Salvini è fiero, è orgoglioso dei suoi amici e sodali fraterni Orban e Putin. Del resto, ognuno ha i compagni di strada che merita. Noi, per il momento, teniamoci stretti Conte e perfino il portavoce Casalino (ex concorrente “filosofeggiante” de “Il Grande Fratello”). Quantomeno, siamo ancora un Paese democratico. 


Marcello Buttazzo