La carezza di Marina
di Marcello Buttazzo –
Sull’Avvenire” di venerdì 22 gennaio, ho letto nella rubrica “L’anno che verrà” un “mattinale” delicato e poetico della giornalista e scrittrice Marina Corradi. Da bambina, la mamma la mandava a comprare il pane accanto alla chiesa, davanti a un alberghetto. Qui, la giovinetta Marina vedeva delle donne che camminavano su e giù, che fumavano. Alcune erano giovani, altre vecchie e disfatte con le labbra dipinte. Erano prostitute. La mamma intimò alla giovanissima Marina: “Tu quelle donne non devi nemmeno guardarle”. Eppure, quelle donne, con facce di solitudine e di dolore, diventarono simpatiche alla futura giornalista. La sua attenzione e perspicacia fanciulla, la portarono ad osservare che, il giorno della processione del Corpus domini, quando con la veste bianca della Comunione le ragazzine passavano da quell’alberghetto, molte di quelle donne convintamente si facevano il segno della croce, chinando la testa, e una, mora, giovanissima, aveva le lacrime agli occhi. Il sentimento cristiano maturo non giudica, non condanna, non proferisce giudizi taglienti come scure. Oggi, con grande senso di misericordia, di comprensione e di amore, Marina Corradi si chiede se quelle donne nella loro esistenza avranno messo qualche soldo da parte, o più verosimilmente vivranno in povertà, senza nessuno. Fra i vecchi degli ospizi deceduti a causa del Covid ci saranno alcune di loro. E con un afflato altamente lirico, così la giornalista e scrittrice Corradi conclude il suo “mattinale”: “E quella mora, che davanti a noi bambine in processione piangeva? Che anche per lei, prego, ci sia un’ultima carezza”.
Marcello Buttazzo
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