di Marcello Buttazzo –

Anche su questa storia delle canzoni – colonne sonore i democratici dovrebbero modernizzarsi. L’Ulivo prodiano sposò “La canzone popolare” di Ivano Fossati. Walter Veltroni, sempre molto ecumenicamente, per la campagna elettorale del 2008, preferì “Mi fido di te” di Jovanotti. Pier Luigi Bersani, nella campagna per il congresso del 2009, adottò profeticamente “Un senso” di Vasco Rossi (quel senso il Pd ancora lo sta cercando). Ora addirittura la squadra dei democratici italiani nel viaggio verso Gubbio ha preso come pezzo d’elezione “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri. Niente da dire, ovviamente, contro queste belle e orecchiabili canzoni del cantar leggero e della cultura popolare italiana. Ma, a questo punto, il Pd potrebbe avere un sussulto, un trasalimento. E eleggere come canzone del più grande partito di centrosinistra opposto alle destre “Campati in aria” di Lucio Battisti, pezzo immaginifico e futuristico, pubblicato dal musicista di Poggio Bustone nel 1990 con i testi del poeta romano Pasquale Panella. Sintomatico è l’inizio della canzone “Campati in aria”: “Sei molto presa dall’idea/Che infine ci incontreremo”. Evidentemente, è Giuseppe Conte che sta parlando ad Elly Schlein.

Marcello Buttazzo