Luglio porta la poesia, è così da diciannove anni a Serrano dov’è tutto pronto per la consegna dell’Olio martedì 22 luglio, alle 21.00, in piazza Lubelli, a Maurizio Cucchi, poeta, narratore, critico letterario e traduttore di autori francesi come Stendhal, Mallarmé, Flaubert, Balzac e Prévert. Cucchi – nato a Milano, città dove vive, il 20 settembre del 1945 – è anche un attento osservatore della realtà italiana sulla quale ha scritto diversi articoli su molti giornali.
La serata si aprirà con un momento dedicato al ricordo di Vittorio Bodini a cento anni dalla nascita con il dono di una targa alla figlia Valentina.
Come consuetudine con L’Olio della Poesia gli altri due riconoscimenti, il premio Salento d’Amare, che quest’anno sarà consegnato a Vinicio Capossela, artista che da anni ama il Salento e trascorre nella nostra terra parte del suo tempo; e il premio Millennium, (un manufatto artistico di pietra leccese, offerto dal Comune di Cursi ) assegnato ad salentino che promuove poesia, quest’anno va al poeta ed editore copertinese Maurizio Leo.
Gli interventi musicali saranno dal maestro chitarrista Vincenzo Tommasi.
***
Scrive Giovanni Invitto – ispiratore del premio serranese – in una nota dedicata al patron e animatore de L’Olio della Poesia Peppino Conte: “L’olio illumina, come la poesia illumina i labirinti della coscienza. L’olio è passaggio dalla natura alla cultura, che è sempre intervento sulla natura per finalizzarla ai bisogni dell’uomo. La poesia, l’arte in genere – dice il filosofo Émile Alain, è governo delle passioni, loro trasformazione in cultura e non è catarsi, cioè eliminazione di esse. L’olio è condimento del pane, nutrimento essenziale e vitale. La poesia condisce l’esistenza…”.
Così è certamente per Maurizio Cucchi.
L’ultimo suo libro, premio Pontedilegno Poesia 2013è “Malaspina” (Mondadori, 2013, pagg. 92, euro 16).
Leggiamo su “poesia.corriere.it”: «Cucchi sembra aver raggiunto una serenità che non aveva prima mai sentito. Scrive: “ …io adoro il presente/ perché solo il presente contiene/ tutto quello che è stato”. E in un altro testo, in cui rielabora una pagina del suo romanzo La maschera ritratto (2011) precisa: “È un’ora così bella, quest’ora di tarda mattina, che vorrei essere meglio nel mondo, esserci dentro con più vita, con maggiore naturalezza semplice… ci crediamo padroni. Padroni della nostra sorte, per esempio, padroni delle nostre scelte. Ma non credo sia così. … mi piace essere qui, dormire, leggere, mangiare, amare da cent’anni la stessa donna, guardare il mare, uscire e vedere il mondo, mi piace esserci, vivere… Mi piace”. Cucchi parla di destino, ma anche di terra, delle cose che hanno un loro particolare fascino, della città come un sedimento di memorie da scavare, da far riemergere, solo per sistemarle accanto alla gioia di vivere il presente. Il passato riemerge nelle scene delle strade, del centro storico, sant’Ambrogio, la Baggina, eccetera. Ma non è la geografia della città che qui allena la fantasia del poeta (questa era la protagonista del libro/reportage La traversata di Milano, che comunque fa da sfondo anche a questi reperti di memoria e alle riflessioni filosofiche e ai riferimenti alla scienza che permette una maggiore conoscenza dell’universo), é lo spirito con cui il vivere si connota di entusiasmo, di desiderio, dopo anni di rapporti tormentati con la realtà, la cui maggiore testimonianza resta il folgorante esordio del 1976 Il disperso. Qui Cucchi “sente” il tempo, ma lo sente come dono, come veicolo di conoscenza e di godimento. “Quanto allo scavo avviene forse/ per nostalgia diffusa di una realtà/ densa di terra, forte, di sudicia/ terra totale, e atlante/ senza confini ignoti dove/ infine mi posso crogiolare,/ dove sprofondo solitario volentieri”.
“Solitario”. L’aggettivo non significa solitudine, tendenza a non stare con gli altri. Il contrario. Significa le lunghe passeggiate che il poeta fa nelle strade di Milano, e guardando palazzi, cose e persone, interpreta il tempo che si concentra nelle fattezze e negli stili. Significa convivialità, scoperte, aspirazioni. Il poeta ha l’intuizione di ciò che potrebbe essere. Quel destino che solo illusoriamente si pensa di dominare e indirizzare. E tuttavia il sentimento nuovo, o forse , più intenso, è il desiderio di godere delle occasioni che ogni giorno la vita porta, spesso nell’ordinarietà, ma qualche volta anche nell’imprevisto. (…) Cucchi segna un percorso nuovo sulle vecchie predilezioni. Forse è più precisamente un nuovo orientamento. “Mi muovo verso strati/ sempre più occulti, come/ un archeologo, o un operaio/ che manovra…” e nella poesia d’apertura dichiara una poetica, come mai aveva fatto: “Mi godo brevi soste felici/ di sospensione e improvvisa/ adesione. Mi oriento/ verso un mondo più affabile/ e poroso”. Ma è il mondo più affabile e poroso? O non è il poeta che con leggeri spostamenti della prospettiva è riuscito ad alleggerire quel fermento tormentato degli anni della giovinezza, cominciando finalmente a godere di tutte le cose che lo circondano, senza porsi problemi? Le cose lo attraggono, ma è egli stesso ad attribuire al mondo una nuova colorazione festosa. L’esito letterario di questo nuovo viaggio tra città e sentimenti è una lingua leggera ma piena di sorriso e sangue. Il collage degli elementi costitutivi dell’esperienza dell’esserci appare non solo “iridato”, ma pieno di suoni e gioie. I ricordi e i personaggi diventano strumenti di trasmissione di un pensiero creativo che è anche vitalizzante. Una poesia nuova, con tralci di storia e di conoscenza, e soprattutto con la gioia di essere al centro di un’esperienza che coinvolge passato e presente. Il poeta riconosce e ama i suoi coprotagonisti in una storia in cui ci si muove con umiltà ma con illuminata visione delle cose. “E io mi infilo,/ mi insinuo zampettando/ per leggere e indagare, eterna,/ l’umiltà dei secoli”».
Nel corso della serata sarà distribuito al pubblico “Le storie le creature le cose”, il quaderno (stampato in 1000 copie da Manni in edizione numerata e fuori commercio) che contiene i testi – alcuni inediti – selezionati da Cucchi per L’Olio della Poesia alcuni dei quali inediti.
In Piazza Lubelli funzionerà come sempre uno stand per un singolare baratto culturale: sarà consegnata una bottiglietta di Olio extravergine di olive (offerta dall’oleificio Montevergine di Serrano) a chi porterà in dono uno o più libri (anche usati), di qualsiasi genere, da destinare al Fondo de L’Olio della Poesia, presso la biblioteca comunale di Serrano.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.