di Alessandra Capone

25 novembre 1960, Repubblica Dominicana. Quel giorno, tre sorelle, Minerva, Patria e Maria Teresa Mirabal, incarcerate per mesi perché si opponevano al regime dittatoriale di Rafàel Leonidas Trujillo, mentre stavano per essere portate ad un colloquio con i rispettivi mariti, l’auto sulla quale viaggiavano fu fatta fermare, le donne fatte scendere, picchiate, violentate e poi rimesse a forza nella macchina fatta precipitare in un dirupo simulando un incidente.
L’ONU dal 17 dicembre del 1999 con la risoluzione 54/134 ha scelto questa data per ricordare al mondo quanto sia ignobile ed inumana la violenza sulle donne.
Gli ultimi dati delle Nazioni Unite sono raccapriccianti: il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale. Spesso dal proprio compagno, a volte da qualcun altro. Due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne. Solo 119 Paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 sul “sexual harrassmente” (le molestie a sfondo sessuale).
In Italia, secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre. Il nostro Paese, in ottemperanza alle indicazioni provenienti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa, fatta ad Istanbul l’11 maggio 2011, concernente la lotta contro la violenza contro le donne e in ambito domestico di Istanbul ha approvato la legge 119 del 15 ottobre 2013 “disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere“, tesa a a rendere più incisivi gli strumenti della repressione penale dei fenomeni di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e di atti persecutori (stalking).

Vengono quindi inasprite le pene quando:
– il delitto di maltrattamenti in famiglia è perpetrato in presenza diminore degli anni diciotto;
– il delitto di violenza sessuale è consumato ai danni di donne in stato di gravidanza;
– il fatto è consumato ai danni del coniuge,anche divorziato o separato, o dal partner.

Un secondo gruppo di interventi riguarda il delitto di stalking:
– viene ampliato il raggio d’azione delle situazioni aggravanti che vengono estese anche ai fatti commessi dal coniuge pure in costanza del vincolo matrimoniale, nonché a quelli perpetrati da chiunque con strumenti informatici o telematici;
– viene prevista l’irrevocabilità della querela per il delitto di atti persecutori nei casi di gravi minacce ripetute (ad esempio con armi).

Sono previste poi una serie di norme riguardanti i maltrattamenti in famiglia:
– viene assicurata una costante informazione alle parti offese in ordine allo svolgimento dei relativi procedimenti penali;
– viene estesa la possibilità di acquisire testimonianze con modalità protette allorquando la vittima sia una persona minorenne o maggiorenne che versa in uno stato di particolare vulnerabilità;
– viene esteso ai delitti di maltrattamenti contro famigliari e conviventi il ventaglio delle ipotesi di arresto in flagranza;
– si prevede che in presenza di gravi indizi di colpevolezza di violenza sulle persone o minaccia grave e di serio pericolo di reiterazione di tali condotte con gravi rischi per le persone, il Pubblico Ministero – su informazione della polizia giudiziaria – può richiedere al Giudice di irrogare un provvedimento inibitorio urgente, vietando all’indiziato la presenza nella casa familiare e di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa. Infine, è stabilito che i reati di maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi e di stalking sono inseriti tra i delitti per i quali la vittima è ammessa al gratuito patrocinio anche in deroga ai limiti di reddito (il gratuito patrocinio a prescindere dal reddito è previsto anche per le vittime di mutilazioni genitali femminili). Ciò al fine di dare, su questo punto, compiuta attuazione alla Convenzione di Istanbul, recentemente ratificata, che impegna gli Stati firmatari a garantire alle vittime della violenza domestica il diritto all’assistenza legale gratuita. Sempre in attuazione della Convenzione di Istanbul, si prevede il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione (Tutela vittime straniere di violenza domestica, concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari come già previsto dall’articolo 18 del TU per le vittime di tratta).
Infine, a completare il pacchetto, si è provveduto a varare un nuovo piano straordinario di protezione delle vittime di violenza sessuale e di genere che prevede azioni di intervento multidisciplinari, a carattere trasversale, per prevenire il fenomeno, potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori.

Tanti interventi, alcuni pregevoli, ma con un unico grande limite: trattasi di interventi repressivi, diretti a intervenire dopo che l’evento lesivo si è manifestato.
Ritengo, invece, che il vero cambio di rotta si possa avere con la diffusione di una nuova cultura fondata sull’amore di ciascuna donna per se stessa, prima ancora che sugli altri. La proclamazione di un nuovo modo di pensare, che superi gli stereotopi di donna al servizio degli altri. Un nuovoo modello che ponga le donne alla guida della propria vita, divenendone protagoniste. La violenza, qualunque forma assuma, annienta la donna rendendola donna indifesa, quasi come una bambola di pezza. Ma essa continua a vivere, ha un cuore e da esso deve ripartire, con l’ausilio di personale competente a cui chiedere aiuto, così da gridare al mondo IO CI SONO…IO ESISTO.

LA BAMBOLA DI PEZZA

In questa realtà Io ci sono…Io esisto.
La paura, l’ho vissuta,
attraversata, vista con gli occhi immobili
che raccontano silenzi.

Io, bambola di pezza,
volto ingabbiato,
rapito dietro sbarre di ferro.

Esile giunco sbattuto da vento di burrasca…
ma mai abbattuto.
IO CI SONO, IO ESISTO.

Un urlo silenzioso il mio,
di chi rivendica libertà
da mani che offendono,
limitano, costringono.

Guardo, osservo e sogno
una realtà in cui l’anima mia si libra
nello spazio infinito,
sostenuta da una soave melodia
che parla del mio essere creatura perfetta
nella sua diversità e unicità….
nel mio essere meravigliosamente DONNA.

 

Alessandra Capone