di Marcello Buttazzo – Fernanda Pivano è stata una grande intellettuale, una fine letterata di rango. Ha vissuto la sua esistenza a contatto con grandi pensatori, scrittori, poeti. Una donna libertaria con una visione aperta, morbida. In un suo vecchio Diario si può leggere un ritratto delicato e delizioso di Moana Pozzi, donna bellissima, occhi chiari come il mare, capelli dorati, sensibile, dolcissima, moderna vestale di sogno. Moana ha incantato noi giovanissimi degli anni ’80 per la sua timidezza e per sua compostezza. Era una donna intelligentissima, colta, fragile, acuta nel sentire, meravigliosa nella sua eleganza, nel celeste portamento di dea terrena. Molti ragazzi avevano già conosciuto i primi rapimenti erotici grazie ai film di Cicciolina. Moana era la più etera di tutte. Apparteneva a noi giovanissimi, innamorati della vita, ma al contempo non era di nessuno. Un’attrice, seppur hard, come Moana, era pura, adamantina, nel suo cielo immaginifico traluceva solo amore. Fernanda Pivano descrisse con tratti soavi questa giovane donna, figlia d’una famiglia borghese, che aveva preferito le asperità dell’incerta ventura a una molle e asfissiante vita predefinita. Pivano ci parla con affetto della sua amica Moana, della riservatezza e dello splendore d’una ragazza sfortunata. In una pagina di diario del 1985, la famosa scrittrice annota: “La sua mi era sembrata veramente una storia esemplare e mi ero molto rammaricata di non aver più l’età per poterla imitare”. L’attrice fondò, nel 1991, con Ilona Staller il Partito dell’amore.  Poi, un po’ d’anni dopo, nacque Forza Italia, che il suo Fondatore Silvio battezzò, a più riprese, “partito dell’amore”. Ma il movimento berlusconiano è stata solo una striminzita e malriuscita imitazione.

Marcello Buttazzo