di Marcello Buttazzo

Vorrei portarti
il rosso giacinto
e dirti parole d’amore.

Vorrei portarti
la rosa fanciulla
e chiedere
cosa pensi
di questo tempo periferico.

Vorrei sapere di te,
del tuo cuore,
del tuo piccolo dolore.

Troppo giorni
ho consumato
perso in una torre di silenzio.

Troppe ore
ho speso
a inseguire
sogni inconsistenti
che non profumavano di niente.

Ora sento l’effluvio
del tuo illeso giardino,
la rosa il giacinto il ciclamino.

Sento l’odore di te,
il suono delle tue stagioni
come rintocchi di campane
d’una chiesa di paese.

Ti sento
e ti vedo
dolce di giorno,
il più bel fiore
di primavera.