di Chiara Troccoli Previati –

I saggi con viso
da bambini godevano
illuminati il plenilunio
e la terra si faceva
carezza di metamorfosi.

Cosimo Russo
da “Ancora una volta” Manni – 2019

Plenilunio. Cinque righi ed è infinito!
Chi abbia visto un plenilunio a Finis terrae, in Salento, può gustare meglio questi versi, così ricchi, così veri, così misteriosi, cioè che ti lasciano ammutoliti dalla sorpresa. Sorpresa di come si possa condensare in cinque righi tutto quello stupore ogni volta nuovo, ogni mese diverso e più bello, dello spettacolo del plenilunio sul mare.
La costruzione, pietra su pietra, come cattedrale, di questa Poesia, senza luogo e senza tempo, perciò infinita, che sprigiona luce, come la poesia alta sa fare, avviene con parole talmente cariche di rimandi ‘all’oltre’ da volerle commentare.

I SAGGI: perché i saggi e non i vecchi? Perché si allude alla ricchezza interiore, che non ha età, che comprende la certezza di custodire lo sguardo incantato dei bambini.
Ecco l’altra parola chiave: I BAMBINI.
Il modello di un viso che sa trasmettere la gioia pura e la luce interiore, senza alcun filtro ne sovrastruttura, non può che essere quello di un bambino. Ed è li che Cosimo Russo sa pescare, in quel puro infinito.
– ILLUMINATI IL PLENILUNIO -: sono sullo stesso rigo. Scelta certamente non casuale. La luce sprigiona sempre dalle sue poesie: una luce che è sempre un abbaglio, attenti! Preparatevi sempre a questa luce quando leggete le sue poesie!
Ora potremmo pensare sia questo l’acme dei versi e invece il nettare e’ in arrivo.
Quella -E- ce lo preannunzia: lo spazio dell’immaginazione e della visione si dilata ulteriormente; arriva a comprendere la terra, l’universo direi, non più il cielo soltanto che già non era poco!
SI FACEVA: in un tempo tutto interiore, che si sta svolgendo, (la scelta dell’imperfetto per arrivare a parlare della perfezione la trovo geniale! ) il poeta ci conduce per mano al verso finale, quello che ti fa toccare il cielo con le dita.
CAREZZA DI METAMORFOSI: ecco il vero acme! Cosa c’è di più dolce di una carezza? Cosa c’è di più imprevedibile di una metamorfosi?

Unire la dolcezza all’imprevisto, che, viste le premesse non può che esser gradito, è il tocco di pennello finale, alla Tiziano!
Quello decisivo per ampliare tutti gli orizzonti, terreni, celesti, interiori, cosmici, spirituali. Chi ha visto un plenilunio sa quanto sappia stravolgere tutto, nulla escluso. Per averne la prova si ha sempre bisogno della sua assenza. Il tempo della luna nuova ce lo insegna. Ma ora è plenilunio da godere. Godiamocelo tutto! Mettiamoci in ascolto, in gran silenzio, di quel che solo un poeta sa confidare.

17-08-‘21