di Marcello Buttazzo –

Grazie all’impegno alacre dell’Associazione radicale Luca Coscioni, più di 500.000 persone hanno già firmato il referendum eutanasia legale. Marco Cappato insiste sul fatto che questa gente incarni la speranza di rendere il Paese più libero e civile. I radicali affermano che, adesso, tutti insieme abbiamo la forza per cambiare le cose, attivando la democrazia, la partecipazione, il diritto. Questo eccezionale risultato delle firme raggiunte è stato ottenuto senza che ancora nessuno dei grossi partiti italiani abbia invitato a firmare, e senza che i salotti televisivi di prima e seconda serata ne abbiano discusso. Per la raccolta firme tanti volontari hanno coadiuvato l’Associazione Luca Coscioni. Ora è necessario mettere in sicurezza il risultato, con l’obiettivo di raccogliere più di 750.000firme. La raccolta di firme per il referendum sul fine vita sta allarmando il mondo cattolico. I vescovi hanno espresso inquietudine: “Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita”. Le questioni eticamente sensibili, da sempre, sono un campo intricato e minato. Si confrontano e, sovente, si scontrano, purtroppo, due visioni ontologiche antitetiche. Da laico, non ritengo affatto che aprire, tramite una rigorosa normativa, anche all’eutanasia sia la “sconfitta dell’umano”, “la vittoria d’una concezione antropologica individualista e nichilista”. A volte, il dolore può diventare davvero insopportabile, inconcepibile, sordo, sicché penso che sia possibile, in casi estremi, agognare, come enfatizzava Piergiorgio Welby, una “morte opportuna”. Lo Stato liberale ha il dovere etico di munirsi di leggi morbide, flessibili, ad ampio spettro, in modo che possano essere condivise da una cittadinanza plurale.