di Marcello Buttazzo –

Cosa arde nei tuoi occhi di fiamma? Nei tuoi occhi di cielo e di mare, di luna fonda? Un cielo che traspare, una terra che rivela, un mare che sconfina. Un’alba che nasce in una iride nivea, una mattina che procede, una sera placida, una notte fruscio di stelle. Tu sei la mia sacerdotessa, sacerdotessa del sogno. Tu sola mi puoi insegnare l’attimo e l’eterno, il giorno, il tempo e l’aurora rosea e celeste. Cosa sarebbero la gioia e il dolore senza di te? Cosa sarebbe il sole senza i tuoi occhi? Cosa sarebbero il presente e il futuro senza quel cuore che mi desti? Solo con te mangio il pane della redenzione. Tu sei quel che resta, sei inizio dei giorni nuovi, guida per l’anima lacerata, fragore e lampo, perenne barbaglio. Affacciati all’alba, amore mio, sul lungo viale, guarda il fluire composto del tempo, conta gli svelti passi della gente che va. Bussa alla mia finestra, affacciati alle persiane della mia scrittura. Donna di chiaro mantello. Musa silvana, di pura foresta, da sempre sei un codice indelebile della mia esistenza, scritta a caratteri di fuoco. Donna nuda, donna mia. Mi scrivesti: “Faremo l’amore di notte, su una scogliera, come lupi selvaggi, e lo offriremo alla luna”. Immagino spazio ed estasi, la notte con te. Immagino una notte di paese: tu musica e suono, danza e abbaglio, virtuosismo dei centomila violini. Sogno notti d’amore con te. Tu che ti spogli di tutto. Le paure si dissolvono, si disgregano, le ansie sfumano, i vestimenti cadono sul pavimento. Donna nuda, donna d’amore. Sogno i tuoi baci di fuoco. E la tua linguetta, carezza umida. Solo tu, velocità d’un dolce sentimento. Prefiguro che ti stringi a me. Verrà la notte e avrà il tuo fiato. Le tue gambe di giunco saranno pane da mangiare. I tuoi seni gemmeranno nella notte, saranno la ragione vera delle stelle. Donna nuda, donna d’amore. Vorrei che tu alluzzassi la mia fantasia con parole deliziose: “La terra del mio corpo ha le infiorescenze dei miei seni, degni dei tuoi baci e di mille carezze”. Chissà? Diventeremo degni uno dell’altra? Ci faremo compagnia come due amanti? Ci sveleremo l’universo? Ci inoltreremo nella notte silenziosa? Ci salveremo la vita? Donna nuda, donna mia. Fra le tue braccia, la vita e la morte, l’istinto e la ragione, l’origine e la fine del mondo. Abito la notte, vivo la notte. Ti sento ogni notte, che canti canzoni d’amore. Con le tue mani e con la tua dolcezza lambirai la mia pelle arsa e il cuore spezzato? Mi perdonerai il tempo? Viaggia nel cielo un amore di gusto e papille. Nella mia testa balena l’insoluto quesito: “La vita è una storia silvana?”.

Marcello Buttazzo