di Marcello Buttazzo – La dottrina cattolica sulle rilevanti e dirimenti questioni antropologiche è estremamente rigorosa. Dall’aborto al “fine vita”, dalla procreazione medicalmente assistita alla diffusione della contraccezione, l’etica tradizionale aderisce ad un’ontologia serrata, a dettami asfittici. Purtuttavia, una società vitale ha bisogno di sentir pronunciare non solo moniti solenni o divieti categorici, ma anche aperture sostanziali. Quando Papa Francesco dichiarò di non essere nessuno “per poter giudicare un gay”, comprendemmo che qualcosa di inedito stesse accadendo. Capimmo, forse affrettatamente, che si stessero allentando certe intricate e severissime maglie. In particolare, la sfera sessuale è un aspetto fondamentale, filosofico, che divide, frammenta e ingenera fraintendimenti. Quando sarebbe, invece, il caso di giungere talvolta ad una visione parzialmente coincidente, fra etica confessionale e morale laica. Nella fattispecie, l’intento della Chiesa cattolica è far capire l’unione che esiste fra l’atto sessuale e il fine autentico della vita umana, evitando di ridurre o di esasperare l’importanza dell’erotismo. È vero. L’erotismo deve essere gestito nella giusta, appropriata ottica. La sessualità permette all’uomo di perpetrare la specie, ma preminentemente e preliminarmente è uno straordinario e irrinunciabile strumento di conoscenza. La sessualità non dovrebbe mai essere banalizzata, perché essa ci permette di scoprire il nostro mondo e quello degli altri. L’uomo è consapevole e libero nel momento in cui condivide pienamente il proprio se con i suoi simili. Quanti sono gli adolescenti, ai primi scuotimenti e sommovimenti amorosi, intenti a scandagliare la dolcezza dell’amore sessuale e la meraviglia e l’inerente bellezza di quello sentimentale? Il precedente Papa teologo, Benedetto XVI, fece moderate aperture sull’uso del profilattico, solo però quando esso veniva impiegato in casi di prostituzione. Papa Francesco su certe tematiche tace. Perché una Chiesa moderna, vicina all’universo giovanile, attenta all’educazione e alla crescita delle persone, non stempera e mitiga alcune inoppugnabili pronunciamenti, affermando chiaramente che il profilattico può essere maneggiato responsabilmente dagli adolescenti? Una seria politica contraccettiva non dovrebbe essere solo una premura del mondo laico: anche una Chiesa cattolica contemporanea potrebbe rivedere, almeno parzialmente, alcune sue eticamente sensibili posizioni consolidate.

Marcello Buttazzo