di Marcello Buttazzo – Ultimamente, in otto giorni, nello Stato americano dell’Arkansas, sono stati giustiziati con iniezione letale quattro detenuti. L’efferata, medievale, ferina pena capitale, anche nei paesi democratici e liberali, continua a sacrificare esseri umani. In questi giorni, ha destato scalpore e sconcerto l’esecuzione di Kenneth Williams. L’intervento del boia è stato particolarmente maldestro, tanto che il cocktail letale sedativo pare non abbia fatto un decisivo effetto. Williams ha patito enormemente con urla e convulsioni, gli ultimi momenti dell’uomo sono stati spaventosi. La condanna degli attivisti contro l’inumana pena è stata accorata. Ora, è vero, in America, la pena capitale è ancora legalizzata in tanti Stati; ciononostante, non si può violare affatto l’ottavo emendamento della Costituzione, che vieta punizioni crudeli. Pare che nell’esecuzione di Kenneth Williams siano stati usati addirittura farmaci scaduti. Ma il governatore dell’Arkansas si è rifiutato di approfondire le indagini, di aprire un’inchiesta. Per comprendere la brutalità dell’esecuzione è sufficiente pensare che anche la figlia di Michael Greenwood, ucciso da Williams nel 1991, aveva chiesto la sospensione dell’esecuzione. Le campagne abolizionistiche di tante associazioni internazionali (fra le quali la nostra “Nessuno tocchi Caino”), purtroppo, si devono scontrare costantemente con dirimenti interessi demagogici. Si sa, la pena di morte è eticamente abietta, è la massima violazione della Carta dei diritti umani; epperò, viene mantenuta in vita ed è operativa, a diverse latitudini, nonostante l’approvazione all’Onu di moratorie universali non vincolanti per la sua abolizione. La mano cruenta del boia rimane per molti uno dei più efficaci strumenti per costruire brillanti carriere politica. La violenta pena rimane un bieco armamentario propagandistico nelle mani di chi, a parole, ritiene di voler combattere i crimini violenti. La sua inefficacia è dimostrata, tra le altre cose, dal fatto che essa non è affatto un deterrente.

Marcello Buttazzo