Sardine? No grazie!
L’opinione di Antonio Bruno Ferro
Preferisco il movimento per il benessere dei cittadini.
Oggi su tutti i giornali si parla del movimento delle “sardine”, fa sempre effetto quando si vedono le persone che si danno appuntamento a migliaia in una piazza e ncora di più oggi che tutti siamo ipnotizzati davanti al Computer per partecipare alla piazza virtuale dei Social Network.
E’ mia opinione che la ragione che ha spinto queste persone a uscire dalle case per andare in piazza è quella che non riconoscono la legittimità dell’azione politica e non rispettano, nella sua qualità di politico, Matteo Salvini e , nello stesso tempo, ritengono che i partiti del Pd, Italia Viva, Sinistra Italiana, Verdi, Liberi e Uguali e Più Europa non siano nelle condizioni di rappresentare questa volontà di delegittimare il capo della Lega. Io ho osservato solo questa motivazione nelle persone che sono scese in piazza con in mano una sardina di carta e, anche se riconosco che questa motivazione è legittima e degna di rispetto, la trovo per quanto mi riguarda, noiosa, senza contenuti e per nulla suggestiva, al punto che non mi appassiona lasciandomi anzi indifferente pur prendendo atto che legittimamente queste persone si attardano in queste mancanze di rispetto reciproche e si producono in una imbarazzante reciproca delegittimazione.
Sinceramente non penso che siano pilotati, penso invece che queste persone sono informate nella loro azione da un insopportabile disagio alle notizie dei sondaggi che riferiscono del crescente successo di Matteo Salvini e della Lega e per la popolarità di quest’ultimo al punto di determinare a ogni sua uscita pubblica, folle che corrono in piazza o nei palazzetti dello Sport per adorarlo in quando lo voglio votare il più presto quale candidato Capo del Governo dell’Italia.
Non condivido la cultura della rivalità e della competizione che informa l’azione di Matteo Salvini né il linguaggio conseguente a questa sua cultura, ma riconosco che ciò che fa e dice è legittimo e degno di rispetto.
Cosa mi piacerebbe fare, anche se so già che chi leggerà, mi scriverà candidamente che io sono un illuso?
Io avrei preso parte con interesse ad un movimento di persone che manifestano disagio come me per le rappresentanze elette che è mia opinione non agiscano SOLO PER IL BENE COMUNE, A TUTELA DEL LAVORO E DELLA DIFESA DEL RISPARMIO.
Avrei aderito con entusiasmo ad un movimento che avesse in animo di comunicare al Mondo intero che la rappresentanza politica non è più in grado di dare benessere ai cittadini e che, per questo motivo, proponesse a tutti di riprendersi il loro potere attraverso le piattaforme informatiche che consentono, in sicurezza, in modo trasparente e controllabile da chiunque, la realizzazione della democrazia diretta.
Una volta che poi che questo movimento riuscisse a realizzare la democrazia diretta io sarei pronto a conversare con gli altri cittadini. Le conversazioni sono urgenti perché è mia opinione che sia necessario decidere cosa vogliamo conservare nella nostra esistenza sociale.
Io parteciperei a questa conversazione perché voglio conservare il diritto al lavoro e quindi all’aria e al cibo oltre che alla casa e all’abbigliamento, voglio conservare il diritto di dire quello che penso senza paura di ritorsioni da parte del POTERE, voglio conservare il diritto di PROTESTARE CON MANIFESTAZIONI PUBBLICHE senza la paura che mi accada quello che sta accadendo ai giovani che protestano a Hong Kong, voglio conservare il diritto di spostarmi liberamente sulla faccia della Terra, voglio conservare l’aria, l’acqua, le foreste, le piante e gli animali perché l’ambiente così com’è mi da benessere, voglio conservare la tenerezza e l’affetto per tutte le creature e il creato, voglio conservare il rispetto reciproco e il riconoscimento reciproco della legittimità.
Ecco perché mi piacerebbe partecipare a conversazioni con altri cittadini che, come ho fatto io, abbiano deciso di vivere insieme e che nella esistenza sociale che ne consegue desiderino mettersi d’accordo circa quello che vogliono conservare elaborando a tal fine un progetto comune.
Insomma mi piacerebbe un movimento per la conservazione di ciò che mi da benessere, e conseguentemente, tutt’altro rispetto a quello delle “sardine” che è mia opinione si riuniscano esclusivamente per escludere chi, secondo la loro emozione di disagio, gli fa provare malessere.
Chi ha letto le mie parole e gli fosse venuto il desiderio di fare ciò che propongo mi può contattare. So già che in molti c’è quella paura sempre incombente di venire definiti “poveri illusi”. Ma se come me siete a disagio nella cultura della competizione, se come me siete desiderosi di una cultura che dia benessere, se come me avete a cuore la bellezza della nostra “casa comune” rappresentata dal territorio in cui viviamo, allora chiedetevi se non sia meglio un tentativo che faccia giudicare “illusi” in alternativa alla vita piatta fatta sia di dominazione e potere sugli altri che di sottomissione e ubbidienza.
Antonio Bruno Ferro
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