di Antonio Stanca –

Fin dall’inizio della sua attività di scrittrice, intorno agli anni ’80, Susie Orman Schnall ha mostrato di voler dire dei problemi della donna americana, della sua condizione, della sua difficile maniera di coniugare la casa, la famiglia con il lavoro, l’ufficio, la carriera. Di questi argomenti oltre che nei romanzi ha scritto su giornali e riviste, ha trattato in molte conferenze e ne ha parlato con note personalità femminili. Di essi ha fatto il tema principale della sua attività narrativa e intellettuale.

È cresciuta a Los Angeles, si è laureata in Pennsylvania ed ora risiede alla periferia di New York col marito e tre figli. Ha cominciato a scrivere da quando era bambina, affascinata è sempre stata dall’uso, la capacità, la funzione, il valore, il significato delle parole. Quattro sono i romanzi che finora ha scritto e gli ultimi due consistono in fiction storiche, la prima si riferisce al programma pubblicitario Miss Subway realizzato a New York dal 1941 al 1979, la seconda alla Fiera Mondiale di New York del 1939. Al 2018, col titolo The Subway Girls, risale la pubblicazione della prima fiction, che ora è stata ristampata da Feltrinelli nella serie “Universale Economica” e intitolata Le ragazze di New York. La traduzione è di Chiara Mancini.

Due sono le donne sulle quali la scrittrice si sofferma nell’opera, Charlotte Friedman e Olivia Harrison. Colloca la prima nel 1949, ai tempi di Miss Subway, la seconda nel 2018. Divide l’intero libro in una serie infinita di capitoli dedicati rispettivamente a Charlotte e Olivia. Non vuol dire solo della New York degli anni ’40 ma pure di quella del 2000 poiché vuole mostrare come neanche adesso la condizione della donna americana si sia completamente liberata dei tanti problemi che sempre l’hanno impedita, come difficile le sia ancora stabilire, decidere la propria vita, scegliere tra la casa e l’ufficio, la famiglia e la carriera, la dipendenza e l’indipendenza.

Charlotte, che diventa Miss Subway nel 1949, lo farà a costo di grossi sacrifici, dovrà lottare contro il volere del padre, dovrà muoversi di nascosto. Gli ostacoli saranno tanti, certi comportamenti quali quelli richiesti dai concorsi di bellezza non rientravano ancora nel pensiero, nel costume diffuso presso larghe fasce della popolazione. Non si poteva credere che il volto delle vincitrici di quei concorsi, generalmente ragazze adolescenti, fosse esposto, ognuno per il periodo di un mese, sui vagoni della metropolitana di New York al fine di attirare i viaggiatori e far loro preferire il viaggio in metro. Lo scopo era pubblicitario e molte ragazze, anche quelle perbene, lo vedevano come un successo, una liberazione dai vincoli della famiglia, una possibilità di essere notate da registi, talent scout, di diventare attrici, modelle, di diventare famose. Charlotte era una di quelle, una che lottava per farsi strada, che avrebbe rinunciato a tutto pur di raggiungere il successo. Lo dichiarerà nella lettera d’addio al fidanzato dove dirà di volersi consacrare alle ragioni della carriera.

Mentre dice della storia di Charlotte la scrittrice dice pure, nell’opera, della storia di Olivia. Questa è ambientata nell’attualità, nei moderni posti di vita, di lavoro. Olivia ha un impiego di rilievo presso una nota agenzia di New York, è una donna molto bella, è la preferita dal capo col quale ha pure una relazione sentimentale. È affermata, è sicura delle sue cose, della sua volontà al punto da non pensare ad un altro tipo di vita. Succederà, però, che si scopra ingannata, tradita dai suoi stessi colleghi, che rimanga sola e rischi di perdere il lavoro. Sarà difficile ma riuscirà a recuperare anche se non al punto da sentirsi fuori da ogni pericolo. Accetterà allora le attenzioni, il sentimento, l’affetto, l’amore di chi l’aveva sempre cercata e non era stato corrisposto. A differenza di Charlotte per Olivia il lavoro e la casa sembreranno possibili.

Sono i modi diversi con i quali la Susie scrittrice penserà di risolvere questo difficile problema. Molto bene è riuscita a rappresentare le due situazioni, molto sicura, molto chiara siè mostrata nell’esposizione. Tramite Charlotte e Olivia ha rappresentato due tempi, due mondi, due Americhe, ognuna nelle sue strade, nelle sue case, nelle sue persone, nei loro pensieri, nei loro discorsi, in tutto quanto faceva parte della loro vita. Ha rappresentato tanto procedendo sempre facile, svelta. Solo chi ha vissuto l’America come Susie poteva concepire, realizzare un’opera del genere, poteva soffermarsi sui problemi della donna americana di prima e di dopo, notare come non si siano ancora risolti, come non siano ancora cambiate molte cose nonostante il tempo trascorso e soprattutto come tra le soluzioni tentate ci sia stata anche quella della cura dell’immagine, come sia apparsa un elemento di riscatto sociale, capace di promuovere persone destinate a rimanere per sempre nel silenzio delle case, tra i pregiudizi dell’ambiente.

Di storia ha voluto scrivere la Susie ma anche di vita, di una vita così vera, così naturale che leggendo sembra di vedere quel che succede, di sentire quel che si dice. È l’effetto che una scrittura raggiunge quando ritrae, quando il suo autore ama tanto il cinema o il teatro da trasformare le parole in scene.