di Antonio Stanca –

Neve d’Aprile è il secondo romanzo della serie dedicata alla scrittrice britannica Rosamunde Pilcher e programmata dal settimanale Oggi. Anche questa, come le altre sue opere, è di carattere sentimentale. Risale al 1972 e come le altre ha avuto una trasposizione televisiva.
Rosamunde Pilcher è nata a Lelant, Cornovaglia, nel 1924 ed è morta a Dundee, Scozia, nel 2019. Aveva novantacinque anni e già a venticinque aveva cominciato a scrivere. I primi erano stati racconti e li aveva pubblicati con lo pseudonimo di Jane Fraser. Altre opere avrebbe pubblicato con questo ma poi, nel 1955, aveva cominciato ad usare il cognome del marito, Pilcher, e non lo aveva più lasciato. Molte sarebbero state le sue narrazioni e soprattutto in Germania avrebbero ottenuto grande successo. Ne sarebbero stati ricavati tanti film per la televisione che avrebbero raggiunto molti  paesi compresa l’Italia.

Nel 2002 la regina Elisabetta II riconoscerà alla Pilcher il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico (“Per i servizi alla letteratura”).

Di racconti e di romanzi si sarebbe, quindi, composta la sua produzione e di genere sentimentale sarebbe sempre stata. Storie d’amore, lunghe storie d’amore che si concludono bene dopo molti travagli avrebbe scritto la Pilcher. Sempre più vasto sarebbe diventato il suo pubblico di lettori o di spettatori a riprova del bisogno che ai tempi moderni si avverte di quei sentimenti semplici, intimi, naturali come l’amore, l’affetto, di quelle azioni oneste quali la comunicazione, la comprensione, l’aiuto. Di questi aspetti della vita dice la scrittrice facendoli emergere da ampie, complesse narrazioni che mostra di saper costruire in modo sapiente ed esprimere con un linguaggio quanto mai semplice. Grandi storie d’amore sono quelle che la Pilcher presenta in nome di una visione, di una concezione della letteratura piuttosto alta. Sono esempi le sue storie che valgono per tutti, per sempre, sono modelli che non si dimenticano, è arte la sua. E aver saputo raggiungere certi risultati con argomenti che sembravano ormaisuperati è il merito maggiore della scrittrice.

Così succede pure in Neve d’Aprile, romanzo che contiene un’altra lunga storia d’amore, quella di Caroline Cliburn, ragazza di vent’anni venuta dalla Grecia in Europa, a Londra, insieme ai due fratelli, Jody e Angus, e alla matrigna Diana. Tranne Angus che andrà in Scozia in cerca di fortuna perché alquanto ribelle, Caroline e il piccolo Jody, di poco più di dieci anni, entreranno a far parte insieme a Diana della vita della ricca borghesia londinese del secolo scorso. E di questa la Pilcher si soffermerà, nel libro, a fare un ritratto quanto mai fedele, preciso, a dire di come si svolgeva, di quante convenzioni, formalità risentiva. Sicuro, preciso, attento è il linguaggio della scrittrice, dà l’impressione che gli ambienti, le situazioni rappresentate le siano familiari. Non c’è particolare di un posto, di un volto, di un discorso che le sfugga. Mirabile è la sua capacità di osservazione si tratti di interni o esterni, di persone o cose, pensieri o parole, ricordi o sogni, passato o presente. Niente manca alle sue composizioni e neanche a questa di Neve d’Aprile. E come nelle altre anche qui accanto ad un mondo, ad una vita sempre regolata ci sarà posto per l’imprevisto, per l’eccezione: a pochi giorni di distanza dal suo matrimonio col ricco e noto agente di banca Hugh, Caroline fuggirà da Londra col piccolo Jody e conuna vecchia macchina. Andranno in Scozia a cercare Angus poiché con lui e non con la matrigna vuole restare Jody dopo il matrimonio di Caroline. Il viaggio sarà quanto mai avventuroso, saranno sorpresi da una tormenta di neve, si salveranno per miracolo e grazie all’intervento e alle attenzioni di un ricco signore del posto, Oliver. La sua presenza diventerà assidua, seguirà i fratelli anche in Scozia, starà con loro anche quando sapranno che Angus non può tenere con sé Jody, anche quando Caroline, ammalata, avrà bisogno di cure mediche e di confessargli tutto quanto è successo nella sua famiglia. Altro finiranno per dirsi Caroline e Oliver, di amore giungeranno a parlare, di matrimonio, di tenere con loro Jody. Per un amore così spontaneo, così sincero, così nuovo Caroline lascerà Hugh, Oliver lascerà Liz e la Pilcher avrà ancora una volta dimostrato quanto può fare quel sentimento, come sia fuori da ogni regola, da ogni calcolo, come possa vincere su ogni difficoltà. Ancora una volta un suo romanzo è diventato un esempio, un modello di vita.

Antonio Stanca