di Antonio Stanca –

Pif è il soprannome di Pierfrancesco Diliberto, autore e conduttore radiofonico e televisivo, sceneggiatore, attore, regista e scrittore italiano. È nato a Palermo nel 1972 e da quando aveva dieci anni ha cominciato ad interessarsi di cinema anche perché il padre, Maurizio, era un regista. Conclusi gli studi superiori, ha frequentato all’estero alcuni corsi di Media Practice, poi ha collaborato con Franco Zeffirelli (1999) nella sua regia e poi ancora in quella di Marco Tullio Giordana (2000). Negli anni successivi sarebbe stato autore di importanti programmi televisivi finché non avrebbe debuttato nella regia cinematografica. Due sono stati finora i lungometraggi realizzati da Pif, lavori che si sono combinati con altri in televisione, alla radio nonché con sue presenze, partecipazioni a manifestazioni pubbliche mosse da avvenimenti eccezionali, da motivi umanitari, da scopi sociali, morali, ideali. Tra tanti impegni ci sarebbe stato anche quello di mostrarsi scrittore e se prima lo aveva fatto per brevi narrazioni nel 2018 avrebbe scritto il primo romanzo, …che Dio perdona a tutti. L’editore era stato Feltrinelli che allora lo aveva inserito nella serie “I Narratori” e adesso, nel 2020, nella “Universale Economica”.

Lunghissimo è il percorso che nell’opera l’autore fa compiere al protagonista Arturo, sembra voler con esso rivedere le tante tappe della propria vita, i tanti problemi che l’hanno segnata, le tante sconfitte, le tante vittorie che le sono state proprie. Personaggio molto noto, molto impegnato nel pubblico, nel sociale, nei problemi di costume, di politica, di comunicazione, di crisi dei valori, Pif non poteva scrivere un romanzo che di tutto questo non risentisse, che degli ambienti attuali non fosse il riflesso, che dei problemi d’oggi, del proprio confronto con essi non dicesse. Anche alle possibili soluzioni di tali problemi ha voluto accennare nell’opera: eroico è stato il suo gesto ma, come prevedibile, non poteva riuscire. Non poteva l’intento di uno solo, il suo Arturo, modificare un sistema costituito.

Arturo ha trentacinque anni, lavora presso un’agenzia immobiliare di Palermo, ha avuto qualche esperienza sentimentale ma, a causa di un carattere piuttosto incerto, esposto a sospetti, paure, finora non è riuscito a sistemarsi con una donna, a formare una famiglia. Anche nei rapporti con i compagni di lavoro, con il capoufficio, con i clienti ha difficoltà a chiarirsi nelle intenzioni, a prendere posizione. Questi problemi avevano fatto fallire l’ennesimo fidanzamento. Era successo con Lisa, una giovane e bella ragazza proveniente dal Kosovo. Con Clara, però, la proprietaria, pur’essa giovane e bella, di una nota pasticceria di Palermo, le cose sembrano andare meglio. Sarà perché Arturo è molto goloso di dolci, specie di quelli alla ricotta, nei quali la pasticceria di Clara è specializzata. I due si troveranno bene, tra l’altro Arturo accetterà di sottoporsi per un periodo di tre settimane al recupero, all’ossequio di quei comandamenti religiosi che avevano fatto parte della sua educazione ma che col tempoaveva dimenticato. Clara è molto cattolica e vuole che anche lui lo sia. Arturo si assumerà questo impegno ma lo farà con esagerazione. Penserà che quanto più da cattolico, cioè da giusto, onesto, rigoroso si comporterà, tanto più piacerà a Clara. Ma una convinzione simile e la conseguente, intransigente condotta lo faranno apparire maniaco, lo escluderanno, non lo faranno partecipare della vita degli altri. Divenuto estremo, inflessibile nei giudizi, Arturo metterà in pericolo la sua posizione in seno all’immobiliare, entrerà in crisi con i familiari di Clara, con i compagni di calcetto, con tutti quanti gli erano stativicini.

Finirà male, rimarrà solo, Clara lo lascerà, tornerà l’insicuro, l’incerto di prima.

Ma quando sembrava successa una rovina, comparirà quella Lisa del Kosovo che non aveva le pretese di Clara né il suo carattere e che accoglierà Arturo nella sua vita che semplice era rimasta. Si trasferiranno in America, formeranno una famiglia, avranno dei figli, vivranno come tanti altri.

Anche per altri personaggi dell’operala situazione cambierà, per alcuni in meglio, per altri in peggio, sarà un invito ad accettare quanto la vita comporta, a vedersi inseriti nel suo corso, esposti ai suoi problemi, ai suoi pericoli nonostante tutte le buone intenzioni.

Nella saggezza di sempre Pif fa rientrare anche i problemi di oggi!

Antonio Stanca