di Antonio Stanca –

Al 2012, a quando aveva quarantuno anni, risale Pazze di me, unico romanzo di Federica Bosco che ha per protagonista un uomo e al quale la Mondadori ha dedicato un’Edizione Speciale lo scorso Luglio. Andrea è quel protagonista, è il più piccolo di una numerosa e povera famiglia romana nella quale è continuamente impegnato a soddisfare i bisogni, le esigenze della madre o delle tre sorelle o della nonna o, a volte, della badante di questa. È a loro disposizione anche se svolge qualche lavoro saltuario. Lo chiamano anche quando è lontano da casa.

La Bosco è nata a Milano nel 1971. Era ancora bambina quando i genitori si trasferirono a Firenze, dove Federica avrebbe conseguito la Maturità Linguistica e iniziato gli Studi di Giurisprudenza. Intorno al 2005 ha cominciato a scrivere riscuotendo fin dall’inizio un notevole successo di pubblico e di critica. Nel 2013 è stata co-sceneggiatrice nel film “Pazze di me” che il regista Fausto Brizzi ha ricavato dal suddetto romanzo. In esso la scrittrice ricompare con quelli che ormai sono diventati i suoi aspetti caratteristici, una storia d’amore quanto mai difficile, contrastata, che si veste di romanticismo poiché forte nei sentimenti, e un atteggiamento ironico riguardo ad ambienti, situazioni, persone.

La storia d’amore è quella tra Andrea e Giulia, che ha l’età di Andrea, è molto bella, di famiglia agiata, è figlia di un noto cardiologo e a sua volta è laureata inVeterinaria con una professione molto avviata. Il loro rapporto d’amore diverrà complicato poiché mai libero da impegni sarà Andrea, mai gli sarà possibile dedicarsi completamente a Giulia. A casa sua, tra mamma, nonna e sorelle ci sarà sempre da fare, sorgeranno sempre problemi. La famiglia è povera, il padre se n’era andato molti anni prima, la nonna era stata docente universitaria ma questo non era servito a migliorare la situazione. Ora era ammalata di Alzheimer e tra poco l’avrebbero ricoverata in una casa di riposo in Danimarca. Delle sorelle Beatrice otterrà di sposarsi solo dopo molte peripezie, Francesca sconterà in continuazione le colpe di una condotta ribelle e indecorosa, Veronica dovrà faticare per ritrovare la posizione che aveva raggiunto. Tutto questo creerà uno stato di perenne travaglio, darà luogo ad una storia ampia, estesa, dagli infiniti risvolti. In essa Andrea risulterà necessario, insostituibile, unico. Non potrà mai pensare di crearsi una propria famiglia, di dedicarsi ad una propria relazione d’amore, di avere una donna tutta per sé. Ormai ha trent’anni e niente lascia pensare che gli sia possibile una vita propria. La potrà intravedere ma risulterà un’illusione. Le necessità della sua casa saranno tante e tali da sviarlo sempre. Del resto a lui sembreranno così naturali, le sentirà tanto sue, della sua vita da non considerarle un problema, da credere di poterle far rientrare tra le altre sue cose. Anche Giulia, che è reduce da un matrimonio fallito, accetterà la situazione per molto tempo e in nome dell’amore ma alla fine rinuncerà per sempre ad essa e ad Andrea. La loro storia d’amore non si realizzerà anche sei due rimarranno innamorati, continueranno ad amarsi.

Di Andrea tutte, madre, nonna, sorelle, badante, erano state “pazze” ma nessuna si era accorta di avergli fatto del male, di averlo fatto rimanere solo dopo averlo usato per i propri bisogni.

Una storia semplice, vera ha scritto la Bosco, di quanto può succedere nella realtà di ogni giorno ha detto, di come una situazione naturale possa trasformarsi in un problema senza soluzioni, in un dramma.

Il linguaggio chiaro, scorrevole trasmette con facilità quanto rappresentato.

Antonio Stanca