di Antonio Stanca –

Di recente, per conto di Mondadori Libri e su Licenza Einaudi, è comparsa un’edizione speciale di Anime scalze, romanzo dello scrittore torinese Fabio Geda. Lo pubblicò nel 2017 e nel 2018 è risultato il “Miglior Libro per adolescenti e giovani adulti”. Il riconoscimento, tramite votazione, era provenuto dall’“Associazione librerie indipendenti per ragazzi” che aveva conferito all’opera anche il Premio Orbil.

Altri libri per ragazzi ha scritto Geda, altri riconoscimenti ha ottenuto. È molto tradotto. A renderlo interessante, a farlo piacere contribuiscono la maniera espressiva molto vicina al parlato, molto familiare, e il tema che sempre ricorre e che riguarda quell’umanità rimasta ai margini della vita moderna, esclusa dal movimento di questa a causa di problemi di vario genere quali difficili condizioni economiche, gravi situazioni di famiglia, di malcostume, d’immigrazione e di quant’altro è oggi sopraggiunto a guastare l’ambiente. Di anime che si sono perse in un mondo che non è più a misura d’uomo scrive Geda, dei nuovi “vinti” e in particolare dei giovani poiché più di tutti esposti al pericolo della sconfitta, privati di riferimenti, di certezze, di affermazioni.

Sono argomenti molto attuali e Geda li coglie con una tale facilità e proprietà da essersi distinto già dalle prime narrazioni.

Lo scrittore è nato a Torino nel 1972, a Torino ha studiato, si è laureato in Scienze della Comunicazione, e qui vive. Collabora con giornali e riviste ma già prima della laurea aveva mostrato particolare interesse per problemi come quelli dell’emarginazione, dell’immigrazione, dei ragazzi, dei giovani coinvolti in queste situazioni. Aveva prestato servizio in centri d’accoglienza, si era dedicato con entusiasmo, con passione ad operazioni di recupero, integrazione, inserimento di quell’umanità nel contesto generale. Lo aveva fatto in tanti modi, aveva sperimentato tante tecniche finché quella della scrittura narrativa non gli era sembrata la più idonea. Nel 2007 aveva esordito come narratore e nel 2010 il romanzo Nel mare ci sono i coccodrilli, che dice delle tristi vicende di un bambino fuggito dall’Afghanistan e giunto a Torino in cerca di una vita migliore, diventerà un libro di lettura, di studio nelle scuole italiane. Con la sua conoscenza, la sua diffusione si voleva portare all’attenzione generale un problema tra i più gravi del tempo, si voleva istruire, educare a quel problema, si invitava a capire, ricevere, accogliere i diversi, gli stranieri perché poveri e in cerca di fortuna. Un valore, una funzione morale, sociale assunse il romanzo, di un’epoca divenne la voce.

Nel più recente Anime scalze l’escluso è di nuovo un bambino, Ercole Santià. È lui che attraversa tante peripezie tra Torino, dov’era nato, ed Erta, il paese poco lontano dove si era rifugiata la madre una volta fuggita da casa. Non aveva sopportato il marito, persona imprevedibile, poco raccomandabile. Con lui erano rimasti Ercole e Asia, la sorella di poco più grande. Questa avrebbe mostrato una maggiore capacità di adattamento alla situazione, avrebbe trovato il modo per continuare ed anche la sistemazione con un compagno. Quella di Ercole, invece, sarebbe stata un’esperienza sempre esposta a pericoli, mai sicura di un risultato. Tra il padre a Torino e la madre ad Erta sarebbe vissuto fino a quindici anni, mai sicuro dell’uno o dell’altra, mai convinto di cosa, di come fare con loro dal momento che non aveva mai capito perché si erano lasciati, perché non tornavano insieme. Un tormento, un dramma diventerà quello di Ercole, perderà ogni certezza, ogni possibilità, arriverà a non avere da mangiare, da dormire, solo e per molto tempo finirà col rimanere. Cattivi pensieri, cattivi comportamenti aggraveranno la sua vita e niente servirà a correggerla, neanche la presenza della bella compagna di scuola, Viola, della quale si era innamorato. Era di buona famiglia ma ci vorrà tempo, molto tempo perché Ercole ne diventi degno. Ci arriverà dopo che il suo autore avrà fatto di lui un altro esempio di eroe negativo, un altro interprete della sua lunga serie di esclusi, dopo che lo avrà reso capace anche di quella esperienza.

Antonio Stanca