di Antonio Stanca –

Da Vallardi Editore nel 2019 è stato pubblicato Volevo solo camminare di Daniela Collu. Di trentanove anni la Collu vive a Roma, dove svolge il suo lavoro di conduttrice televisiva e speaker radiofonica. Ha creato dei programmi per la radio e scrive su giornali e riviste. La moda, il cinema, il femminismo, lo sport sono i suoi argomenti preferiti.
È laureata in Storia dell’Arte e si dichiara attirata da conoscenze, esperienze insolite, dalle emozioni, dalle sensazioni che le possono procurare. È stato questo il motivo che l’ha spinta a compiere, nel 2018, “Il cammino di Santiago”, un pellegrinaggio che risale al Medioevo e che può essere effettuato partendo da posti diversi o percorrendo vie diverse. Si tratta di moltissimi chilometri che vanno fatti a piedi o con mezzi di locomozione tradizionali e che portano alla Basilica di Santiago de Compostela, situata nell’omonima città spagnola, capoluogo della Galizia. Nella Basilica sono conservate le spoglie dell’apostolo Giacomo il Maggiore. È diventata Basilica col tempo, nei secoli, quella che era sorta nell’893 come un piccolo tempio fatto edificare da Alfonso II, re delle Asturie e della Galizia, sulla tomba dell’apostolo e concesso ai monaci benedettini. Era stata poi Santuario, Cattedrale ed infine Basilica. Un punto centrale aveva rappresentato per la cristianità, vi era iniziato un pellegrinaggio che prima aveva interessato le aree più vicine e dopo si era esteso all’intera Europa. Un carattere spirituale aveva assunto, la redenzione, la remissione dei peccati, di ogni peccato, si credeva che procurasse quel pellegrinaggio.

La Collu non è credente, è atea ed a muoverla è stata la sua inclinazione a sperimentare nuove situazioni nonché il bisogno di interrompere la monotonia del suo lavoro, dei suoi ambienti, della sua città. Partirà da Léon, dove giungerà in aereo da Roma, impiegherà dodici giorni per percorrere i trecentosessanta chilometri che la porteranno a Santiago. Inizierà il cammino da sola, a piedi, e senza molta convinzione nonostante si fosse preparata con scrupolo, avesse sistemato nello zaino tutto quel che le poteva servire. Da quanto aveva letto o sentito le erano venuti pensieri che la disturbavano, la scoraggiavano circa la riuscita di una simile impresa, circa la fatica, la costanza che richiedeva. Lo scrive, insiemea tanto altro, in questo che è il suo primo libro e che in una lingua semplice, chiara dice di tutto quanto le accade durante il “cammino”, di tutto quanto vede, pensa, fa. Un diario di bordo potrebbe essere definito. Tra l’altro la Collu dichiarerà di essere riuscita a superare l’iniziale stato d’incertezza, di esitazione e a diventare sempre più sicura, più decisa. Si accorgerà degli altri che erano con lei in quel “cammino”, li conoscerà, entrerà in rapporto con loro, si accorgerà di come quella situazione bastava a farli sentire vicini, uniti, a farli diventare compagni, amici. Grazie agli altri non sarà mai sola sulle strade che percorrerà, nei locali, ostelli, alberghi, dove si fermerà a mangiare, a dormire. Sempre, quando cammina, quando si ferma, quando parla, quando guarda, quando ha bisogno, ci saranno persone vicine: è la situazione che lo richiede, lo comporta e per lei sarà una scoperta clamorosa, un bene al quale non aveva pensato, che non aveva previsto. Le sembrerà che la sua vita si sia arricchita, che abbia acquisito quanto le mancava e che le sarebbe appartenuto per sempre, sarebbe diventato un’altra sua parte, un altro suo aspetto.

Vedrà come è possibile che cadano le barriere, gli ostacoli pur tra persone che non si conoscono, che vengono da posti diversi, lontani, che parlano lingue diverse, capirà che si può stare meglio, si può vivere meglio e questo era il miglior premio che le veniva da quel viaggio, da quella fatica. Un premio per la sua anima, per il suo spirito era, un premio che come quello della visione della Basilica, del suo interno, della sua piazza, delle strade di Santiago, del paesaggio spagnolo, avrebbe portato sempre con sé, una verità della quale, al ritorno, avrebbe sempre parlato, che avrebbe sempre cercato e fatta cercare.

Il valore di una rivelazione, di un messaggio, di un invito acquista il libro della Collu.

Al lettore si rivolge come ad un interlocutore, mostrargli vuole la via del bene perché la segua.

Un’opera importante diventa pur essendo nata come un semplice diario e come questo scritta.

Antonio Stanca