di Antonio Stanca –

Christian Raimo è professore di filosofia presso il Liceo Classico “Dante Alighieri” di Roma. A Roma è nato nel 1975 e all’Università “La Sapienza” si è laureato. Ha lavorato per la radio, la televisione e il cinema, ha scritto per diverse riviste letterarie e per giornali, ha curato traduzioni di opere straniere e pubblicazioni di collane per conto della casa editrice romana minimum fax. Ha scritto per il blog letterario di questa, è stato ed è presente con articoli e racconti in antologie collettive. Come scrittore ha esordito nel 2001 con la raccolta di racconti Latte e il suo primo romanzo, Il peso della grazia, risale al 2012.

Anche come scrittore Raimo si è mostrato impegnato nell’osservazione, nella rappresentazione dei moderni problemi individuali e sociali, delle tendenze, degli orientamenti che si sono andati definendo nel corso della nostra epoca. Sia al giornalista sia allo scrittore sono interessati i movimenti, i cambiamenti ai quali la modernità ha fatto assistere nell’ambito privato epubblico. Ha pure voluto Raimo mostrare come un’inclinazione, un gusto, un atteggiamento possa diffondersi al punto da diventare un aspetto costitutivo di una società, un costume destinato a rimanere, a valere per sempre. E non gli è sfuggito quanto d’insolito, di strano, d’imprevedibile, di grave, di pericoloso ha comportato la modernità. Un campo molto vasto è stato quello al quale si è dedicato, un campocomposto da tanti, da molti elementi non sempre facili da riportare, ridurre a delle spiegazioni uniche, definitive.

Anche nel recente, ampio saggio intitolato Ho 16 anni e sono fascista, comparso a marzo di quest’anno per conto della casa editrice Piemme, Mondadori S.p.A., Milano, Raimo discute di un problema quanto mai attuale e complicato, quello della sempre crescente diffusione, presso i più giovani, ragazzi e ragazze di età scolare, di idee, convinzioni, atteggiamenti propri del neofascismo italiano, di quel movimento, cioè, che soprattutto nei grossi centri è andato sempre più assumendo una posizione di contestazione riguardo al sistema costituito, alla società, ai modi di vivere dei nostri tempi. Si tratta di un movimento che ha ormai i suoi gruppi, le sue corporazioni, e che è sempre volto a cercare nuove adesioni, sempre capace di ottenerle in particolare presso gli adolescenti. Su questo fenomeno ha voluto indagare Raimo nel saggio che è venuto dopo lunghe, ampie ricerche, consultazioni, interviste da lui compiute in diverse città d’Italia, in diverse scuole. Da tempo prestava attenzione al fenomeno, lo studiava anche attraverso le opere di autori, filosofi, storici, sociologi, psicologi, che lo avevano trattato, ed ora ha stampato i risultati del suo lavoro. Un lavoro molto documentato, molto ricco di riferimenti, di citazioni. Sembra fatto a più voci tanti sono gli eventi, i personaggi, i testi chiamati a testimoniare, a confermare quanto sostenuto dal Raimo. In esso si è trovato egli ad esaminare unasituazione molto articolata, molto complicata,nelle sue origini, nel suo sviluppo, nella sua definizione, nelle sue manifestazioni. È quella, appunto,del neofascismo italiano e della sua diffusione. È una corrente di pensiero che è diventata una moda. È sorta anni fa e si è andata sempre più irrobustendo, consolidando fino ad essere giunta oggi a rappresentare quello spirito di protesta, di opposizione alla politica in corso che in passato era stato dei contestatori di estrema sinistra. Quella contestazione è finita, si è acquietata, è stata assorbita dal sistema e contro il sistema c’è adesso questa nuova opposizione che viene da destra, che da tempo lavora e che ora ha acquisito una sua identità, ha definito una sua ideologia, è diventata una realtà dalla quale non si può prescindere. Al pensiero hanno aggiunto l’azionei neofascisti italiani, hanno ormai le loro sedi,le loro associazioni, i loro gruppi, i loro capi, le loro leggi,diffondono le proprie idee tramite manifesti, volantini, mezzi telematici, inneggiano all’“ordine, alla sicurezza, all’onore, alla patria”, alla forza morale e fisica, alla lotta, allo scontro, condannano i deboli, i migranti, gli omosessuali, gli ebrei, sono contro l’aborto, parlano di fine dell’Europa, di “una razza nuova” che dovrebbe “sostituire” la vecchia. Che riescano a farsi sentire, a farsi valere è innegabile e questo significa, secondo Raimo, che c’erano dei vuoti, dei problemi ancora irrisolti nel nostro sistema politico, sociale, economico, che tra quei vuoti ha trovato posto il neofascismo, che quei problemi ha fatto intendere di poter, di saper risolvere. Né si può negare come simili atteggiamenti riescano ad attirare facilmente gli adolescenti. Questi non hanno ancora maturato una capacità critica che permetta di valutare, di distinguere, vivono una fase della vita percorsa da aspirazioni, da ideali non molto chiari e credono di poterli identificare con quelli dei neofascisti, con la grandezza, la potenza, la superiorità da essi proclamate.

Se si pensa, conclude il Raimo, che i ragazzi di oggi saranno la nuova generazione italiana, che saranno i nuovi elettori, i nuovi rappresentanti del sistema politico, non rimane che guardare allarmati al futuro dell’Italia.

Antonio Stanca