di Antonio Stanca – L’anno scorso, a Giugno, è stato ristampato un libro di racconti, Non esiste saggezza, di Gianrico Carofiglio. La casa editrice era la Rizzoli di Milano e per conto di questa era comparso la prima volta nel 2010.
L’avvocato Carofiglio, nato a Bari nel 1961, è stato impegnato in magistratura nonché in politica ed in entrambi i settori ha ricoperto incarichi di rilievo. Sono state attività che gli hanno permesso, tra l’altro, di acquisire una vasta e varia conoscenza della vita, delle sue vicende, dei suoi diversi livelli sociali, delle sue diverse condizioni e probabilmente da queste conoscenze, dai rapporti, dai contatti che ne sono derivati è venuta a Carofiglio l’idea di rappresentare quanto visto e saputo nei modi del romanzo, del racconto o della sceneggiatura, di abbandonare per essi l’attività giuridica e politica. Lo avrebbe fatto a partire dal 2002, quando aveva quarantuno anni. Avrebbe creato il genere del thriller legale e bene sarebbe riuscito con la serie di romanzi dell’avvocato Guerrieri e con l’altra del maresciallo Fenoglio. Molto successo gli avrebbero procurato e molto tradotti sarebbero stati.
Abile si è mostrato il Carofiglio scrittore nel costruire i suoi romanzi, nel muoversi dall’esterno di una vicenda, dai suoi luoghi, dai suoi tempi, all’interno dei personaggi che la vivevano, dei loro pensieri, dei loro sentimenti. Attenta è stata la sua scrittura ad ogni particolare della situazione e delle persone, sempre è riuscita a far trasparire quanto avveniva nelle più remote zone dello spirito, nei misteri dell’anima.
Molti riconoscimenti ha ottenuto lo scrittore con le sue opere narrative. Si potrebbe dire che nessuna è passata inosservata da parte del pubblico o della critica e che a tutte è stato riconosciuto un merito. Anche alla suddetta raccolta di racconti, Non esiste saggezza, nel 2010, quando comparve per la prima volta, fu assegnato il Premio Chiara. Anche qui il Carofiglio vuole essere quello della vita di ogni giorno, delle situazioni quotidiane ma anche quello che va oltre quanto si vede, si tocca, si dice per rivelare quanto si cela dietro l’evidenza, per scoprire verità a volte completamente diverse, per portare alla luce tensioni, drammi che sarebbero rimasti ignorati. Sempre, fin dall’inizio della sua attività di scrittore, il Carofiglio è stato attirato dall’indagine di quella vita che avviene solo nell’interiorità, sempre ha pensato di darle voce e così fa in questi racconti. Ognuno dei loro protagonisti, dalla ragazza dell’aeroporto di Amsterdam alla bambina Giulia che al casello di un’autostrada italiana chiede un passaggio per poi scomparire, dalla bella passeggera del volo per Madrid alla dottoressa Colonna Francesca che lavora a Bogotá, dal poliziotto molto colto e molto sensibile a Natalia Blum, aspirante scrittrice, ognuno di questi personaggi mostrerà di vivere o di aver vissuto tanto altro, molto altro rispetto a quanto appare. Le loro ragioni segrete, i loro pensieri occulti farà emergere Carofiglio, i loro processi interiori, i loro travagli.
Completo, finito vuole essere lo scrittore nelle sue rappresentazioni e così era stato l’uomo di legge, il giudice, il magistrato nel suo lavoro. La sua formazione aveva influenzato la sua scrittura, l’aveva fatta tendere a contenere, a comprendere ogni aspetto di una situazione, di un’azione, di una manifestazione, le aveva fatto sentire il bisogno di essere totale.

Antonio Stanca