di Antonio Stanca

Ha trentanove anni, è nato e vive a Novara, fa il libraio, ha scritto raccolte di poesie, racconti e nel 2017 è stata la volta del primo romanzo La Locanda dell’Ultima Solitudine, che a Luglio dell’anno scorso la Mondadori ha ristampato nella serie Oscar Bestsellers. L’opera è stata finalista al Premio Bancarella.

L’autore si chiama Alessandro Barbaglia e della sua maniera allusiva, fantasiosa di scrivere versi risente la sua narrativa. Sia nel primo che nel secondo romanzo, L’Atlante dell’Invisibile del 2018, gli aspetti che prevalgono sono, infatti, legati non all’azione ma al pensiero, all’idea, al ricordo, al sogno, all’immaginazione. Con facilità l’autore si sposta tra luoghi, tempi diversi, lontani, con facilità fa assistere a situazioni che cambiano improvvisamente, completamente, fa incontrare, fa parlare tra loro persone che sono state sempre lontane, sempre diverse. E discorsi strani se non assurdi fa fare, discorsi che vengono dal loro remoto più lontano o dal loro presente più vicino. Non c’è un ordine, una successione nelle vicende narrate ma un concorrere, un sopraggiungere di situazioni, immagini, persone e dei pensieri, delle intenzioni, delle riflessioni proprie di queste. E’ come se Barbaglia scrittore seguisse il corso dell’interiorità dei suoi personaggi, come se fosse l’interprete di quanto avviene nella loro mente più che nella loro realtà.

Ne La Locanda dell’Ultima Solitudine, un posto tra i più suggestivi e affascinanti della costa mediterranea, un locale al quale badano solo il proprietario e un cameriere, Libero prenota una cena con Viola, la donna desiderata, con un anticipo di dieci anni poiché a lui piace aspettare molto. Sono due giovani del piccolo comune di Bisogno, ad una certa distanza dalla “Locanda”, e si conoscono appena. Durante quei dieci anni di attesa della cena prenotata ognuno dei due avrà le sue esperienze che saranno anche amorose, sessuali. E non solo le loro ma pure altre esperienze di persone vicine lo scrittore mostrerà nel libro. Sempre strani, insoliti saranno i modi di ognuna, i luoghi dove avverranno, i segni che lasceranno. Non ci sarà mai, tuttavia, una moltitudine di persone che si affollerà ma sempre limitato sarà il numero dei protagonisti del romanzo. Li si potrà sempre seguire nelle loro faccende, nei loro percorsi. Con quelli degli altri s’incroceranno i percorsi di Libero e Viola ma niente impedirà che allo scadere dei dieci anni i due si trovino nella “Locanda” e scoprano che insieme possono finalmente avere quanto non hanno mai avuto, possono finire di sentirsi soli.

C’è molta invenzione, molta immaginazione ma c’è pure molta verità. Può veramente succedere che due persone si scoprano uguali pur non essendo mai state insieme. Barbaglia è convinto che quanto più difficile diventa una simile verità tanto più bisogna cercarla anche se nei sogni.

Antonio Stanca