di Antonio Stanca –

Di quest’anno, è la pubblicazione, presso Youcanprint, di Del gruppo classe e della sua anima insondabile. È l’ultima di Maria Amalia Orsini, scrittrice da tempo nota anche per essersi segnalata in concorsi letterari. È nata ad Omegna, Piemonte, e vive a Novara. Ha svolto la sua attività d’insegnante presso scuole di vario grado ed anche queste esperienze hanno alimentato la sua vena narrativa. Anche libri per ragazzi ha scritto. Quella della Orsini scrittrice è un’indagine compiuta nei luoghi, nei modi più impensati, ovunque. La sua riflessione vuole astrarre dalle situazioni comuni significati che non finiscono perché non propri di quelle ma dello spirito che le anima. È l’artista che cerca la trascendenza, che va oltre l’evidenza.

Così in quest’opera, un percorso di cinque anni di studi elementari che hanno da compiere un maestro e la sua classe e che si svolge come una serie interminabile di conoscenze, conquiste, scoperte utili per loro e per chi le leggerà. Si saprà che i bambini offrono continuo motivo di ripensamento al proprio insegnante e lui a loro. Si avrà la possibilità di entrare nel vivo di una classe elementare, di vedere a quante novità, a quante sorprese si va incontro, quale imprevedibile movimento rappresenta una scolaresca di bambini.

L’opera percorre l’anno scolastico 1971-1972 in una scuola dell’Italia settentrionale e coglie i minimi particolari della situazione, i risvolti che sfuggivano. Niente dei ragazzi, dell’insegnante, dell’aula, della Scuola, del Comune, della Chiesa e di altri organi collegati sfugge alla scrittrice. Quella che mostra è una comunità dalla quale si attendono grandi cose e i ragazzi le sapranno raggiungere. In un’opera di edificazione morale, civile, sociale finirà col tradursi il romanzo. Errori, sviste, disobbedienze, indiscipline ci saranno ma tutto tenderà a ricomporsi, a trovare la via giusta, a volere il bene, il meglio. Ne risulterà consacrata la scuola primaria nella sua funzione migliore, quella di mettere ordine nel movimento se non nel tumulto di pensieri e sentimenti che si agita nei bambini e prepararli per andare oltre.

Non è facile specie con i bambini dei tempi moderni perché distratti, attirati, confusi da tante luci, tanti colori, tanti suoni. Ebbene Orsini ha detto che è possibile e ha mostrato come fare: non bisogna rimanere lontani ma venire a contatto, stare con loro, parlare loro e farli parlare. È una forma di maturazione che è stata trascurata ma che è diventata necessaria dato il ritmo che ha assunto la vita moderna, date le conoscenze, le capacità che richiede.

Solo chi è stato in scuole di diverso grado può giungere a queste considerazioni, può chiedere tanto ai primi cinque anni di scuola elementare. È il momento che lo smuove: non c’era mai stato tanto bisogno di richiamare i bambini!

 Antonio Stanca