di Marcello Buttazzo –

Ha davvero scaldato i cuori il concerto di Enzo Marenaci, di Antonella Dell’Anna, di Egidio Presicce, domenica 29 dicembre, alla Distilleria De Giorgi di San Cesario. Musica e parole inserite in meati di ricerca popolare, con una malcelata vena lirica. Enzo Marenaci è molto attento allo studio dei dialetti (le nostre lingue madri), per perpetrare la tradizione più intima e più rossosangue dei nostri progenitori. Enzo è l’antitesi del borghese. Lui canta di gente che vive ai margini, di gente del popolo, di uomini e di donne sovente sconfitti dalla sorte, ma di fatto vincenti nel computo finale della storia. La sua simpatia (anche ideologica) va a chi lavora e suda per sbarcare, ogni giorno, dignitosamente l’incerto lunario. Domenica 29 dicembre, abbiamo ascoltato omaggi a De André, a George Brassens, a Rosa Balistreri, a Peppino Impastato. Enzo Marenaci conosce molto bene, ha meditato profondamente, la cultura cantautorale più alta. Lui fa un lavoro certosino sui dialetti, che sono la nostra più vivida certezza. La sua cifra è riconoscibile. Antonella Dell’Anna è una voce pulita, potente, raffinata, chiara, come il suono dei centomila violini. Tante canzoni di Enzo sarebbero inconcepibili senza l’apporto prezioso e canoro di Antonella. Egidio Presicce ha magistralmente suonato il suo sax trasognato e il suo organetto degregoriano. Il trio ha eseguito pezzi vecchi e nuovi. Una particolare notazione meritano le canzoni del nuovo lavoro di Enzo e di Antonella, dal titolo “Rretecate”. “Litturina”, “Gina”, “Carlettu lu comunista”, “Li vecchi”, sono pezzi meravigliosi con un testo sostenuto e poetico. E con una musica orecchiabilissima e intrigante, che rimanda, a tratti, alla lezione dei grandi cantautori (da De André, a De Gregori, a Guccini). Solo a tratti, però, perché Enzo sa scrivere melodie uniche, che fanno parte solo del suo precipuo patrimonio musicale e letterario. Insomma, una serata in musica per carezzare l’anima, per elettrizzare il tempo. E per fare giorno. Luce.