di Marcello Buttazzo –

Il Pd, fin dalla sua nascita, pur favorendo una fusione a freddo fra i due grandi partiti della storia repubblicana, non sempre è riuscito ad assecondare le istanze più popolari. Anzi, sovente, e soprattutto ultimamente, s’è affrancato come uno schieramento che sa alluzzare più le esigenze della borghesia, che delle borgate. I diritti sociali sono stati sempre più trascurati ed erosi, la gente più diseredata si è sentita marginalizzata. Patiamo, da anni e anni, uno scollamento totale fra paese reale e classe politica. Non è un caso ormai che l’astensionismo abbia raggiunto picchi mai visti. Come, del resto, non è negletto il fatto che, alle ultime elezioni politiche, pur di non votare il centrosinistra, tanti operai, precari, disagiati, abbiano deciso di restare a casa, di non recarsi al seggio, oppure abbiano scelto di dare il consenso a Fratelli d’Italia. È ora che il Pd si prenda le simpatie del popolo e diventi il movimento culturale e politico che sappia stimolare la gente di sinistra, guidandola verso più rosei risultati. Cercando magari di blandire un po’ meno il centrismo postdemocristiano, tentando anche accordi con forze della sinistra radicale, come Potere al popolo, al altre. Dialogando con l’associazionismo, con i movimenti ambientalistici, con le realtà civiche, con i sindaci. Domenica 27 febbraio, le primarie del Pd hanno visto un’ampia partecipazione. La nuova segretaria del Pd Elly Schlein sposta l’asse del Nazareno a sinistra. L’affermazione d’una donna appassionata, attenta ai diritti sociali e civili, capace di unire il pane e le rose, preannuncia una prossima ridente stagione, una inedita primavera a sinistra. Per intanto, già si preconizza una alleanza possibile con il Movimento 5 Stelle. Del resto, Giuseppe Conte è stato uno dei primi leader a complimentarsi con la neosegretaria, ricordando come su lavoro, ambiente, povertà, i grillini abbiano progetti chiari. Ma a tanta felicità e allegrezza fa da contraltare una notizia “dolorosissima”, “sconvolgente”. L’ex ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni lascia il partito. E perfino Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, ha affermato: “Fioroni lascia e altri lo seguiranno”. Adinolfi, che a giugno 2022 come candidato alle elezioni di Ventotene prese la bellezza di zero voti, capisce davvero di strategie politiche.

Marcello Buttazzo