di Marcello Buttazzo –

Da anni e anni, assistiamo alle migrazioni di disperati, che traversano il mare nostro carichi di tomento, dolore, attesa, sogni, speranze. Da anni e anni, fra gli ultimi della Terra, c’è chi decide dopo un lacerante travaglio di imbarcarsi per approdare sulle nostre coste, non alla ricerca d’un magico Eldorado, ma solo nel tentativo estremo di trovare condizioni di esistenza appena appena accettabili. Questa gente merita rispetto, affetto, benevolenza, accoglienza, e lo status di cittadini del mondo. Chi fugge, sradica radici, lascia le contrade rosse e assolate, piange lacrime amare. Quest’umanità ferita tocca i nostri cuori, lambisce le anime, ci fa tremare i polsi, ci fa a volte imprecare anche contro le manchevolezze e le latitanze della politica. A questi immigrati, spiriti girovaghi delle acque e delle terra i miei versi:

Terra marrone
e inferni di sabbia
abbiamo traversato,
mendichi
negletti figli
d’una madre matrigna.

Fra sbarre ferrigne
la nostra attesa
è annegata
nell’indifferenza
d’un Occidente opulento obeso.

Nei mari nostri
nei mari vostri
naufragammo più volte,
ci salvammo,
morimmo a stento.

Nei morti mari istituzionali
nessun maroso d’amore
solo vuote parole,
l’asprigna fermezza
l’ottusa sfrontatezza
di chi si serve degli ultimi
per pianificare solo l’esclusione.

Terra di sole
concedi
alle membra stanche
un raggio verecondo.

Terra marrone,
restituisci
a noi tutti
il sacro suolo
d’un comune lignaggio.

I flussi dei migranti hanno profonde, attuali e antiche ragioni e motivazioni. Si fugge dalla terra natia a causa delle guerre, delle persecuzioni etniche, delle devastazioni ambientali, della nera miseria. Noi occidentali con le nostre politiche rapinose e di spoliazione abbiamo contribuito ampiamente a depredare i Paesi a Sud del mondo. Dopo la tragedia sulle coste calabresi (dove uomini, donne, bambini hanno trovato la morte), non possiamo minimamente tollerare le rozze e insulse e disconnesse parole del giornalista Vittorio Feltri, consigliere regionale in Lombardia di Fratelli d’Italia, che ha avuto la disumanità di affermare: “Agli extracomunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po’ morire. State a casa vostra”.

Marcello Buttazzo